COSENZA «Il Museo soffre di una drammatica carenza di personale, al punto da rendere difficile, se non impossibile, la normale gestione e programmazione delle varie attività». Carmelo Malacrino, direttore del Museo archeologico di Reggio Calabria, lancia un grido d’allarme. Che non riguarda solo la “casa” che ospita i Bronzi di Riace, ma l’intero sistema nazionale. Era il 19 marzo 2022. Sono trascorsi sette mesi e qualcosa si muove. Chi lavora nei musei, vigila sulle opere e garantisce la tutela dei beni. Gli sbocchi per i neo laureati sono molteplici, ma spesso rimangono tali solo su carta: insegnamento, impieghi nel settore tristico o in Enti per la valorizzazione dei beni. E come se non bastasse, «è stato difficile organizzare i tour nel corso dell’ultima stagione estiva», racconta Claudia Coppola, guida turistica abilitata. «Abbiamo dovuto fare i conti con una riduzione oraria dei principali siti di interesse e musei statali, alcuni beni sono stati fruibili solo mezza giornata».
Come dicevamo, almeno in Calabria, qualcosa sta cambiando. Lo scorso mese di settembre, il Segretariato Regionale del MiC per la Calabria sul suo profilo facebook ha annunciato l’assunzione dal Ministero della Cultura di «nuovi assistenti alla fruizione, accoglienza e vigilanza con concorso pubblico a tempo indeterminato». L’accordo, viene sottolineato nella nota, è «un ulteriore passo verso la normalizzazione delle piante organiche delle sedi del Ministero in Calabria». Il Ministero della Cultura ha chiuso il bando relativo all’assunzione di 1.052 unità di personale non dirigenziale a tempo indeterminato: profilo assistente alla fruizione, accoglienza e vigilanza. Si tratta di 64 nuove figure destinate alla Calabria, un innesto evidentemente non risolutivo ma è un primo passo avanti. Il 30 giugno 2022, invece, è stato annunciato un nuovo piano assunzioni teso a garantire la normalizzazione delle piante organiche delle sedi del Ministero della Cultura nella nostra regione. Sono stati assunti 24 operatori alla custodia, vigilanza e accoglienza della seconda area funzionale, a tempo pieno ed indeterminato. E un altro bando risulta attivo e riguarda la selezione pubblica per il reclutamento di 1.956 unità di personale non dirigenziale, a tempo determinato, per il Ministero della Cultura, il Ministero della Giustizia e il Ministero dell’Istruzione. Insomma, un’altra boccata d’ossigeno per i musei calabresi.
Tuttavia, il nodo legato agli organici risicati e all’assenza di personale riguarda da vicino anche i musei non statali. Maria Cerzoso, direttrice del Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza e neo presidente dell’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria, non nasconde le difficoltà. «Se riscontrano problemi i musei statali, soprattutto un museo autonomo Nazionale come quello di Reggio Calabria, pensi un po’ quali possono essere i problemi all’interno dei musei civici. Quello relativo al personale specializzato, è un problema che riguarda un po’ tutte le strutture pubbliche e anche noi viviamo questa questa piaga», sostiene al Corriere della Calabria.
«Sento forte il disagio generato dalla mancanza di personale e questo ci ha spinti a fare rete con altre realtà. Facciamo sistema. Da soli non si va da nessuna parte». L’auspicio per Cerzoso «è che si possano creare nuovi posti di lavoro, ma in questo momento non abbiamo la forza per farlo e speriamo che il personale possa essere rimpinguato. Nei musei non ci si può solo occupare della valorizzazione dei beni, ma anche della promozione e della comunicazione. Ecco perché sottolineo l’assenza di figure professionali diverse, ma estremamente utili e importanti».
Dinanzi la carenza atavica di professionisti, ci si arrangia come si può. Ed è proprio dalle difficoltà che spesso nascono iniziative interessanti. A Cosenza, ad esempio, il Comune ha avviato una collaborazione, (frutto di un accordo siglato cinque anni fa) con l’Accademia Belle Arti di Catanzaro. Le due istituzioni faranno fronte comune avviando un percorso di valorizzazione delle opere custodite al BoCs Museum, frutto delle residenze artistiche succedutesi ai BoCs art. Nella struttura del complesso monumentale di San Domenico saranno, inoltre, ospitate da novembre prossimo e fino al mese di giugno del 2023 una serie di mostre di docenti ed artisti legati all’Accademia di Catanzaro, ma anche alla città di Cosenza per la quale in passato hanno già realizzato opere e installazioni.
«Il nostro intervento sopperisce ad alcune mancanze di personale, noi ci siamo posti – in questi anni – di realizzare interventi specifici all’interno dei musei, in questo caso lo faremo nei Bocs Art a Cosenza», racconta al Corriere della Calabria, Simona Caramia docente di Storia dell’Arte ed estetica all’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro. «Il nostro impegno è concreto anche in altre realtà museali calabresi per far sì che venga promosso l’intero patrimonio culturale». In assenza di soluzioni tampone, come si risolve il problema legato all’assenza di personale specializzato nei musei? «E’ una domanda molto molto complessa – risponde la prof. Simona Caramia – probabilmente non abbiamo ancora la soluzione. Quello che possiamo fare è continuare a rafforzare le sinergie già avviate».
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