«Non cadano nel vuoto i numerosi appelli che provengono dal mondo produttivo calabrese sulla grave crisi che sta investendo le imprese a fronte dell’insostenibile aumento dei costi energetici. I dati diffusi nei giorni scorsi da autorevoli organizzazioni di settore non lasciano presagire nulla di buono. Anzi, tratteggiano un quadro a tinte fosche che, se non s’interviene al più presto con adeguati provvedimenti di mitigazione dei prezzi e di sostegno al tessuto produttivo, lascerà sul terreno un numero impressionante di aziende e di posti di lavoro. Solo in Calabria, secondo un’indagine condotta dalla Cna, oltre il 14 per cento delle imprese è a rischio chiusura e il 20 per cento di esse si vedrà costretto a ridurre l’attività. Mentre Confindustria Calabria segnala come almeno 25mila piccole imprese e 65mila posti di lavoro rischiano che essere spazzati via da questa inarrestabile crisi». Lo afferma il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, richiamando ancora una volta l’attenzione sulla grave crisi economica innescata dall’aumento vertiginoso dei costi di approvvigionamento energetico che sta mettendo in ginocchio il comparto produttivo in Calabria e in tutto il Paese.
Se nelle scorse settimane Lo Schiavo era intervenuto invocando misure straordinarie a favore delle famiglie e delle fasce deboli, ora l’attenzione del consigliere regionale si concentra sulle piccole e medie aziende della regione. «Servono evidentemente misure straordinarie da assumere a livello di Governo centrale e di politiche comunitarie – spiega Lo Schiavo -, così come suggerisce Confindustria richiamando i provvedimenti adottati per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19. Ma anche la Regione Calabria può e deve intervenire per sostenere il settore produttivo di fronte ad un’emergenza che impoverisce ulteriormente la già fragile economia regionale e rischia di generare conseguenze sociali ad oggi inimmaginabili. E serve farlo al più presto, adottando quelle misure già annunciate che possano garantire un alleggerimento dei costi di approvvigionamento (vedi i contributi per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili) ma anche elaborandone di nuove che, nel solco degli incentivi statali e comunitari, introducano strumenti in grado di dare risposte concrete nell’attuale difficile congiuntura. Tra i possibili interventi vi è l’istituzione di un’Agenzia regionale per l’energia che possa introdurre strategie mirate all’efficienza energetica. Tale agenzia consentirebbe di favorire un miglior utilizzo e una più razionale gestione delle risorse locali e delle fonti rinnovabili; ottimizzare i costi di produzione e, quindi, in ultima istanza – conclude Lo Schiavo -, ridurre i costi della fornitura di energia».
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