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Crisi energetica, Bovalino verso soluzioni strutturali con le Comunità di Energia rinnovabile

Al via le interlocuzioni con gli Esperti dell’Università della Calabria. Menniti: «Agire prima che sia troppo tardi, il governo intervenga»

Pubblicato il: 12/10/2022 – 15:25
Crisi energetica, Bovalino verso  soluzioni strutturali con le Comunità di Energia rinnovabile

BOVALINO La gravissima crisi climatica alla quale si è sovrapposta anche la altrettanto grave crisi energetica stanno stravolgendo la vita di tutti noi.
Sono richiese soluzioni innovative come le Comunità di Energia Rinnovabile che possono contribuire decisamente a costruire soluzioni strutturali, per consentire ai cittadini e alle imprese di invertire la rotta che inesorabilmente sta portando i più deboli verso il naufragio.
Di questo si parlerà il 28 ottobre 2022 prossimo a Bovalino (RC) in un a conferenza organizzata dalla locale Amministrazione Comunale. La conferenza sarà presieduta dal Sindaco della cittadina calabrese, Vincenzo Maesano e parteciperanno due esperti, professori di Sistemi Elettrici per l’Energia presso l’Università della Calabria, il Prof. Daniele Menniti e il Prof. Nicola Sorrentino, che illustreranno come sia possibile tutto ciò  attraverso lo strumento delle Comunità di Energia Rinnovabile (CER)
L’obiettivo della conferenza è quello di fornire ai partecipanti le prima indicazioni e il percorso da seguire per consentire a cittadini, imprese ed enti locali la possibilità di passare da semplici passivi consumatori di energia a veri e propri produttori capaci anche di esportare una delle risorse locali che attualmente è diventata preziosissima, ovvero l‘energia prodotta da fonti rinnovabili (sole e vento), che in Calabria abbondano, attraverso l’innovativo strumento delle CER

Grazie  alle CER, in Calabria, si può andare ben oltre l’obiettivo di soddisfare il fabbisogno energetico delle comunità locali abbattendo  drasticamente i costi dell’energia  per cittadini,  imprese ed enti locali. Inoltre, “federando” più comunità energetiche tra loro è possibile far diventare l’intera regione la principale produttrice di energia da fonte rinnovabile, con tutti i benefici ambientali ed economici che ne conseguono. In pratica, l’obiettivo è quello di trasformare la attuale crisi energetica in una opportunità di crescita per i territori e, al contempo, combattere la povertà energetica condividendo l’energia prodotta con chi non ha la possibilità o non può dotarsi di impianti a fonte rinnovabile (come gli impianti fotovoltaici) anche grazie ad appositi incentivi, ed esportando quella eccedente  al di fuori dei confini delle stesse comunità e della regione. Attraverso le Comunità di Energia Rinnovabile, quindi, i cittadini, le imprese e gli enti locali, possono evolversi da meri consumatori passivi, a produttori di energia coniugando l’esigenza di generare reddito per la collettività, e quindi sviluppo locale, con la riduzione della generazione da fonte fossile e la contestuale decarbonizzazione del sistema energetico e la salvaguardia del pianeta. 
«Agire ora prima che sia troppo tardi – dichiara il Prof. Daniele Menniti, Ordinario di Sistemi Elettrici per l’Energia, presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica Energetica e Gestionale dell’Università della Calabria, – è fondamentale per evitare che si varchi inesorabilmente il punto di non ritorno. Le istituzioni e, in primis, quelle più vicine ai cittadini come i Comuni, potranno giocare un ruolo strategico per contribuire ad evitare una catastrofe economica epocale e contribuire al processo di decarbonizzazione del pianeta». 
«Ma i comuni – prosegue il Prof. Menniti- da soli non bastano, urge che il Governo promulghi al più presto i decreti attuativi, che sarebbero dovuti uscire già nel giugno 2022 a seguito del recepimento della direttiva RED II con l’emanazione del D.Lgs 199/2021,  senza i quali non sarà possibile, tra l’altro, cogliere anche le opportunità offerte dal  PNRR che mette a disposizione ben 2,2 miliardi, destinati a finanziare la il concreto avvio delle Comunità di Energia Rinnovabile che, altrimenti, rischiano di rimanere lettera morta e con esse le speranze di risollevare le sorti della nostra povera e bistrattata regione e, oserei dire, dell’intera nazione».

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