I rincari di luce e gas stanno inginocchiando il sistema socio assistenziale anche della nostra Regione Calabria ed è grave il grido d’allarme che i gestori lanciano contro l’aumento dei costi divenuto ormai insostenibile. Bollette di utenze, triplicate rispetto agli anni precedenti e la stagione invernale che sta per arrivare mettendo a rischio i livelli minimi di assistenza da garantire agli utenti.
È insostenibile ormai per le strutture di assistenza così come per le famiglie il rincaro di luce e gas ed è necessario che Governo centrale e locale prendano in mano la situazione ora e subito altrimenti a breve ci gli imprenditori del settore sanità privata saranno costretti a licenziare unità sanitarie per poter pagare i consumi di riscaldamento e luce. I costi fissi da inizio anno sono triplicati rispetto agli anni precedenti mentre le tariffe per l’assistenza sono sempre le stesse con parametri di riferimento fermi al palo da molto tempo. È passato quasi un anno da che l’incertezza della situazione internazionale ha modificato il contesto economico nel quale operano tutti settori economici e produttivi nei quali ci sono anche quelli della sanità, ma ancora non si vedono soluzioni governative tangibili a sostegno della crisi. L’assistenza con le tariffe riconosciute ad oggi non è più assicurata perché sono aumentati i costi fissi che sono arrivati ad assorbire la maggior parte della tariffa riconosciuta qui non si chiede di aumentare le tariffe per erogare più assistenza o “più salute” ai cittadini, quindi, per migliorare gli standard qualitativi del personale. Qui si chiede di rivedere le tariffe per poter continuare a garantire la quantità assistenziale minima e di sempre. Diversamente si dovranno ridurre gli organici delle unità di assistenza, con tutte le conseguenze del caso.
Un appello al Governo regionale accendendo un faro soprattutto sul comparto socio assistenziale della nostra Regione, esposto a brevissimo ad un rischio ulteriore rappresentato dall’imminente entrata in vigore in via definitiva della riforma del welfare di cui alla Dgr 503/2019. Tra pochi mesi, infatti, secondo la richiamata (infelice) riforma del sistema del welfare calabrese, i presidi di accoglienza dovranno aumentare gli organici di assistenza di numerose unità con conseguente aumento delle tariffe. Costi che già impensabili prima delle ultime emergenze economiche dovute agli aumenti di gas e luce ed oggi addirittura paragonabili a fantascienza pura. Un appello urgente e delicato che richiama, inevitabilmente, l’azione amministrativa degli Ambiti Territoriali Sociali della nostra Regione che devono oggi più che mai, con responsabilità e solerzia, procedere con solerzia alle liquidazioni delle competenze in favore delle strutture – purtroppo ancora oggi a rilento – perché ritardare i rimborsi in questo momento, anche di un solo mese, significa decretare la chiusura dei presidi di accoglienza.
*presidente regionale filiera Salute Confapi Calabria
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