LAMEZIA TERME Per l’ex candidato a sindaco di Lamezia Terme, nonché attuale consigliere comunale di opposizione Ruggero Pegna, il pm dovrà formulare entro dieci giorni l’imputazione per il reato di falsità ideologica in atto pubblico. Lo ha deciso il gip del Tribunale di Lamezia Terme, Francesco De Nino, che si è opposto alla richiesta di archiviazione formulata, invece, dal pm che riguarda anche gli altri quattro consiglieri comunali Giancarlo Nicotera, Pietro Gallo, Maria Grandinetti e Lucia Alessandra Cittadino.
Un procedimento che nasce da una vicenda già nota da tempo a Lamezia, quando cioè Vincenzino Ruberto – primo dei non eletti in occasione dell’elezione del nuovo sindaco – aveva presentato una serie di denunce alla fine del 2019 nei confronti di alcuni componenti del Consiglio comunale di Lamezia Terme che, secondo Ruberto, avrebbero reso false dichiarazioni nelle autocertificazioni relative «all’insussistenza di incompatibilità in corso» con il Comune lametino. Un caso che aveva fatto molto discutere in città, agitando (e non poco) le acque dell’intero Consiglio comunale, già prima della sospensione imposta dopo il riconteggio dei voti e le nuove operazioni di voto in quattro sezioni. Il tutto si risolse in poche settimane, dopo un’accurata verifica, e con il voto contrario sulla potenziale incompatibilità dei consiglieri comunali.
Occhi puntati, in particolare, sull’ex candidato a sindaco, il promoter Ruggero Pegna, battuto al ballottaggio da Paolo Mascaro. Pegna, infatti, aveva sempre sostenuto che i debiti verso l’ente fossero frutto «di un errore dell’amministrazione che aveva considerato il promoter comproprietario di un immobile per il quale risultava omesso il pagamento dell’Imu». Una tesi peraltro accolta dal pm del Tribunale di Lamezia Terme che, nel frattempo, aveva presentato richiesta di archiviazione, in parte motivata all’epoca dalla sospensione del Consiglio comunale.
Vincenzino Ruberto, però, non si arrende e si oppone alla richiesta, evidenziando alcune vicende cruciali. Quella, ad esempio, del 20 dicembre 2019, quando cioè lo stesso Pegna, in un atto, aveva dichiarato di «non trovarsi in condizioni di incompatibilità» salvo aver avanzato – solo un giorno prima, il 19 dicembre – l’istanza di rateizzazione di tre cartelle esattoriali. L’attività suppletiva di indagine ha visto così l’acquisizione della certificazione sugli sgravi fiscali ottenuti da Pegna, la verifica della mancata proposizione di ricorso alla Commissione tributaria provinciale da parte dello stesso promoter, ma anche l’ascolto dei componenti della terna commissariale e il segretario generale del Comune di Lamezia.
Per il giudice, Ruggero Pegna aveva sostenuto di non avere alcun debito nei confronti del Comune di Lamezia «in quanto non era proprietario di alcuni immobile» dopo la rinuncia dell’eredità del padre ma era tenuto a «rappresentare se versasse in una delle condizioni di incompatibilità» e dunque se «fosse o meno formalmente debitore nei confronti dell’ente». Secondo il gip, dunque, Pegna «era perfettamente consapevole dell’esposizione debitoria, avendo il 19 dicembre 2019, sottoscritto richiesta di autorizzazione di rateizzazione del debito in questione». Per queste ragioni il gip Francesco De Nino ha deciso di non condividere la posizione del pm, stralciando la posizione di Pegna e invitandolo a formulare «entro dieci giorni l’imputazione nei confronti dell’indagato, contestando il fatto di reato». (redazione@corrierecal.it)
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