COSENZA «Il commissario Roberto Occhiuto ha deciso di trasformare il sistema dell’emergenza/urgenza della sanità calabrese. Gli obiettivi sono: rimpinguare gli organici; introdurre delle premialità per gli addetti ai lavori, da remunerare in base alla disponibilità fornita e al merito professionale; investire sulle stabilizzazioni, sulle assunzioni a tempo indeterminato, sulla formazione del personale, sulla Centrale operativa unica del pronto intervento sanitario, sulle infrastrutture e sulle nuove tecnologie». Lo afferma un tecnico della sanità che chiede l’anonimato e partecipa «alla centralizzazione e informatizzazione del sistema regionale del 118, la cui messa a terra – precisa – dovrà avvenire nei primi mesi del 2023, tenuto conto che entro il prossimo giugno dovrà essere operativo il 112», cioè il numero unico per ogni genere di emergenza.
«A beneficio del 118 – racconta la nostra fonte – avremo presto personale e mezzi dedicati, nel complesso una trentina di ambulanze per l’intera Calabria, che verranno forniti dal Terzo settore, nella fattispecie da Croce Rossa Italiana, Misericordia ed Anpas. Al riguardo sono già state trovate le risorse. Tuttavia, questo è un palliativo perché serve molto altro. Ci stiamo muovendo per attivare, a normativa vigente, un sistema premiale che renda appetibile lavorare in Calabria. In sostanza, dobbiamo assicurare la possibilità di turni aggiuntivi, la garanzia di un’evoluzione di carriera e il soddisfacimento delle singole aspettative professionali. Se uno vuole acquisire competenze specifiche, per esempio nelle ecografie di urgenza o nella gestione della Centrale operativa, dobbiamo creare le condizioni che glielo consentano».
«In questa prospettiva l’utilizzo temporaneo dei medici cubani è marginale. Il discorso del personale – prosegue la nostra fonte – è invece fondamentale. Pertanto, ci stiamo muovendo in modo da ampliare l’attività libero-professionale dei sanitari e da bandire in tempi brevi un concorso unico a tempo indeterminato, con tutte le necessarie garanzie. Rispetto alle altre regioni, qui in Calabria cambia il livello di rischio. Vorrei lavorare pure io all’ospedale Niguarda di Milano, perché sarei protetto se avessi bisogno, per esempio, di un’immediata consulenza cardiologica rispetto a un caso urgente. In pratica stiamo lavorando per dare la possibilità di aumentare il numero dei turni del personale, pagando bene le singole figure professionali. Non si può agire diversamente. Vorrei ricordare che nella scorsa estate in Veneto fu aperto un bando per andare a lavorare a Verona a 100 euro all’ora. Come fai ad attirare un medico in Calabria? Gli devi offrire la sicurezza contrattuale con un concorso a tempo indeterminato e lo devi pagare bene. Straordinari e turni aggiuntivi glieli devi garantire. Al riguardo ci sono tanti soldini a disposizione».
«In Calabria – puntualizza lo stesso tecnico della sanità – nell’emergenza/urgenza sono impiegati un migliaio di sanitari, che però hanno spesso esenzioni, diritti derivanti dalla legge numero 104 del ’92 o dalla maternità. Intendo significare che l’organico non è affatto insufficiente, se confrontato con quello di altre regioni. In Calabria c’è invece un problema di carattere organizzativo. Inoltre, l’emergenza territoriale può contare in gran parte su medici che sono in convenzione, cui devi dare la possibilità di diventare dipendenti, anche per assicurare loro una progressione di carriera. Questi medici sono stati spesso mortificati. A molti di loro alcune Aziende sanitarie provinciali avevano addirittura chiesto indietro dei soldi».
«Le assicuro – rimarca la nostra fonte – che stiamo lavorando con cognizione di causa. Abbiamo acquisito il modello organizzativo dell’Areu, l’Agenzia regionale che gestisce l’emergenza-urgenza in Lombardia. Il modello prevede, tra l’altro, che ci sia un’“isola”, una sezione preposta alla presa in carico dei trasferimenti. In Calabria stiamo in parte attuando questo modello organizzativo. Non è un’operazione semplice, ma è necessaria. I frutti si vedranno in futuro. Con riferimento alla Calabria, oggi le Centrali operative del 118 non parlano tra di loro perché hanno tecnologie vetuste. Pertanto, lo scorso lunedì 10 ottobre, nella sede della giunta regionale della Calabria abbiamo messo insieme tutti i protagonisti dell’emergenza/urgenza territoriale e ospedaliera, compresi quelli delle reti tempo-dipendenti. Da nove mesi avevamo avviato apposite interlocuzioni. Ora abbiamo ragionato dell’adeguamento del 118, che sarà la parte sanitaria del 112, per cui lo scorso luglio era stata firmata la convenzione attuativa con il ministero dell’Interno. Nello specifico, si tratta di un percorso obbligato, che vincola anche il percorso di trasformazione del 118. Ci saranno grandi innovazioni infrastrutturali, sicché in parallelo dobbiamo far partire l’unificazione del 118 in un’unica Centrale operativa, che sarà a Catanzaro. A Cosenza, invece, ci sarà una sede di appoggio, in modo che se saltasse il collegamento a Catanzaro si attiverebbe la struttura cosentina. Adesso i tempi sono obbligati, il 118 deve essere a terra prima del 112, che gestirà gli interventi di polizia, carabinieri, guardia costiera, vigili del fuoco e 118».
«Peraltro, il dipartimento Tutela della salute – continua la nostra fonte – ha costituito la commissione per il bando dell’elisoccorso, all’interno della quale ci saranno esponenti di spicco delle forze dell’ordine, cioè piloti di elicottero, persone che conoscono bene la materia. Sono degli esperti, che rappresentano una garanzia per il profilo tecnologico e per l’appartenenza allo Stato. L’aggiornamento dell’elisoccorso avverrà dopo 10 anni di proroga dei contratti di servizio. Tenga conto che gli elicotteri in uso sono macchine del 1980, che non hanno il verricello né i visori notturni. Ancora, in Calabria abbiamo quattro postazioni dell’elisoccorso, Cannuzze (Cosenza, ndr), Locri, Lamezia Terme e Cirò, ma soltanto quella lametina è autorizzata al volo notturno. Inoltre, da noi gli elicotteri volano 0,7 volte al giorno, cioè pochissimo, mentre i voli notturni sono meno di dieci all’anno. Stiamo seguendo anche questi aspetti. Poi ci sono da realizzare le tre piste negli ospedali hub. È un lavorone. Mi faccia aggiungere che lo stesso tavolo tecnico ha già licenziato il fast track, cioè un sistema con percorsi dedicati ai pazienti non urgenti, che devono essere trattati direttamente dai reparti specialistici, senza passare di continuo dal Pronto soccorso. Nell’incontro di lunedì scorso abbiamo chiarito che le aziende del Servizio sanitario regionale con contratti di software in scadenza non devono fare alcunché. Del software per l’emergenza/urgenza si occuperà soltanto Azienda Zero».
«Alle richieste di soccorso, nel futuro prossimo – riassume il nostro informatore – risponderà la Soreu, la Sala operativa unica dell’emergenza regionale. Grazie a un software di ultima generazione, in tempi molto rapidi il paziente sarà preso in carico e indirizzato dove c’è posto. Con i software ancora in uso, non si conoscono i posti letto degli ospedali e il sistema è talmente scollegato che devono essere i sanitari del Pronto soccorso a telefonare, per trovare un reparto in cui trasferire il paziente. La Centrale operativa unica garantirà un impiego più coerente di tutte le risorse, elicotteri inclusi. Quando il nuovo modello di soccorso sanitario sarà in funzione, il paziente verrà indirizzato nel posto più adeguato al trattamento della sua patologia. Con il 112 verrà utilizzato un software eccezionale, in grado di identificare e localizzare chi telefona, cioè le prime due attività che fanno perdere almeno cinque minuti. Il nuovo sistema riesce perfino a mostrare la stanza dell’immobile da cui arriva la telefonata. Ancora, ha un’applicazione per le chiamate dei sordomuti o di chi ha difficoltà a parlare. Stiamo parlando di tecnologie avveniristiche, che altrove ci sono già. Si tratta semplicemente di mettersi sul Mepa e di comprarle».
«Nello specifico – avverte la nostra fonte – l’aspetto più complicato è la realizzazione di due dorsali, che vengono da due punti diversi e portano il segnale elettrico e quello telefonico, in modo da assicurare sempre le comunicazioni. Per questi interventi ci sono fondi dedicati. Alcuni materiali possono essere acquistati con il risparmio degli anni precedenti. Infatti, a causa del blocco della mobilità interregionale, ci sono aziende che hanno risparmiato soldi perché la gente non si è curata o si è curata a casa propria. Queste innovazioni vanno introdotte alla svelta. Nel servizio 112 dovrà esserci personale già formato, esclusivamente tecnico. Non risponderanno più infermieri e medici, dunque. I tecnici gestiranno le telefonate: provvederanno a smistarle e a produrre una scheda relativa all’identificazione e alla localizzazione del chiamante. In più, costoro potranno svolgere una piccola parte sanitaria e, ove occorra, secondo una sperimentazione che vogliamo avviare in Calabria, indirizzare le telefonate verso un’isola rossa che tratti i casi tempo-dipendenti».
Corriere Suem ha dato molto spazio ai progetti regionali sull’emergenza/urgenza sanitaria. Sentiremo anche il parere di un medico che lavora nello stesso settore, con l’auspicio di fornire un’occasione di confronto tra gli addetti ai lavori. (redazione@corrierecal.it)
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