Ultimo aggiornamento alle 14:36
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

l’analisi

Dolce: «Il terremoto di Catanzaro è un campanello d’allarme, Calabria ad elevata pericolosità»

L’assessore regionale ai Lavori pubblici: non esiste il rischio zero, serve lo sforzo di tutti per migliorare la prevenzione

Pubblicato il: 13/10/2022 – 11:58
Dolce: «Il terremoto di Catanzaro è un campanello d’allarme, Calabria ad elevata pericolosità»

CATANZARO «La cosa importante per tutti è capire che questo è un campanello d’allarme, perché la storia dei terremoti in Calabria e tutti gli studi scientifici sviluppati negli ultimi decenni ci dicono che la Calabria è una zona ad elevata pericolosità sismica, in una zona in cui si possono verificare – pensiamo al secolo scorso – terremoti di notevole violenza e tra i più violenti d’Italia, e anche la classificazione sismica della Calabria ce lo dice bene perché tutti i Comuni della Calabria sono classificati in zona 1 o 2 su quattro, quindi le zone a pericolosità più elevata». Lo ha detto l’assessore regionale ai Lavori pubblici Mauro Dolce, già dirigente della Protezione civile nazionale, parlando con i giornalisti a margine di un convegno alla Cittadella nell’ambito della settimana della Protezione civile: al centro dell’attenzione, il forte terremoto che questa notte ha colpito l’area di Catanzaro e altre zone della Calabria

«Serve lo sforzo di tutti per la prevenzione»

«Il tema del convegno – ha aggiunto Dolce – è la conoscenza e la prevenzione. Occorre fare prevenzione ma non si fa mai abbastanza prevenzione perché purtroppo abbiamo und deficit di sicurezza sismica che deriva dalla storia delle conoscenze dei terremoti, molte costruzioni sono state realizzate in modo non adeguato o senza tener conto del rischio sismico, senza dimenticare l’abusivismo edilizio che non tiene affatto conto delle tematiche di protezione. Pertanto occorre lo sforzo di tutti, dei cittadini, degli amministratori pubblici perché si faccia prevenzione. E la prevenzione – ha rilevato l’assessore regionale non è solo strutturale, e per questa ci vogliono miliardi, ma è anche prevenzione non strutturale: conoscenza del territorio, esercitazione di protezione civile, conoscenza e consapevolezza del rischio sismico, comportamenti adeguati da parte dei cittadini, e anche una preoccupazione che deve accompagnarci nella nostra vita quotidiana, perché poi adottiamo queste precauzioni che porta anche a salvaguardare la vita umana». Sempre con riferimento al sisma di Catanzaro, Dolce ha poi specificato: «L’attività sismica, come sempre quando c’è una scossa, è seguita da altre scosse che possono essere più piccole ma anche più grandi. Purtroppo non esiste un algoritmo che ci fa prevedere i terremoti, pertanto dobbiamo cogliere L’occasione per aumentare la nostra sensibilità al tema del rischio sismico, che non è mai abbastanza. Ovviamente oggi parliamo di rischio sismico ma possiamo parlare anche di altri rischi che purtroppo caratterizzano la Calabria: il rischio idrogeologico, il rischio incendi, il rischio idraulico. Il terremoto di Catanzaro – ha proseguito l’assessore regionale – è stato di 4.2 o 4.3 a seconda della scala che si utilizza, quindi un terremoto che non fa danni significativi alle costruzioni, e infatti dai rilievi e dalle verifiche già effettuati da parte dei vigili del fuoco e della Protezione civile non risultano danni. Ovviamente, è un campanello d’allarme».

«Non esiste il rischio zero»

Quanto al grado di preparazione della Calabria, Dolce ha spiegato che «quando si parla di un sisma bisogna anche vedere di che intensità si parla, perché a esempio magnitudo 6 inizia a essere una magnitudo molto impegnativa se arriva in una zona molto abitata. Se dovesse arrivare un terremoto di magnitudo 7, com’è successo nel 1905 e nel 1908, in zone molto abitate, ovviamente non è solo la Calabria che non ce la fa, è tutto il sistema nazionale di protezione civile che è messo a dura prova. Pensiamo che in tutti i terremoti che ci sono stati in questo millennio sono stati al massimo di 6,5. Gli edifici purtroppo non sono antisismici al livello che vorremmo oggi: non esiste la sicurezza assoluta, non esiste il rischio zero. Anche un edificio progettato in maniera antisismica può subire danni o anche crollare con un terremoto catastrofico, ma da un certo punto di vista la Calabria ha “goduto” del fatto che è entrata in classificazione sismica fin dal terremoto del 1908, quindi dal 1909 in poi, dall’altra però sappiamo bene che il territorio comunque è stato soggetto a un abusivismo piuttosto esteso. Poi c’è anche un altro aspetto: l’ingegneria sismica e quindi le norme sismiche si sono molto evolute negli ultimi decenni, per cui le costruzioni del passato spesso hanno seguito norme che non erano il massimo secondo gli standard di oggi». (c. a.)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x