CASSINA DE’ PECCHI «Assolutamente no, nessuno me l’ha chiesto, io sono il felice procuratore di Catanzaro». Così all’Agi il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, oggi a Cassina de’ Pecchi per ritirare la cittadinanza onoraria, ha risposto alla domanda se fra qualche giorno ci sarà anche il suo nome nella lista dei ministri per la casella del dicastero della Giustizia.
«In Lombardia c’è un abbraccio tra la ‘Ndrangheta e l’imprenditoria ingorda del Nord. Qui in Lombardia c’è l’imprenditoria sana, che lavora e opera ed è traino dell’Italia, ma c’è anche una imprenditoria ingorda, senza scrupoli, il cui obbiettivo è quello di arricchirsi», ha affermato poi Nicola Gratteri nel dibattito organizzato a margine del conferimento della cittadinanza onoraria del comune. Gratteri, che insieme al giornalista-scrittore Antonio Nicaso è in Lombardia per una iniziativa organizzata da Rete Antimafie Martesana, ha aggiunto: «Siamo in Lombardia da due giorni in vari comuni della cintura milanese che, per bontà loro, mi hanno conferito delle cittadinanze onorarie. Sono contento per questa vicinanza, affetto e solidarietà. Nel frattempo parliamo della presenza della ‘Ndrangheta in Lombardia, che è sistematica e radicata ed è qui con la faccia pulita, nel senso che non uccide, non fa attentati, ma vende droga e con quei soldi sta cercando di comprare più attività commerciali possibili, sempre qui in Lombardia».
«La ‘Ndrangheta – ha proseguito Gratteri – è qui presente non solo per cercare di guadagnare ma anche di comandare. Nel momento in cui si relaziona con la società incomincia anche ad essere collettore di voti, inizia ad essere presente nella gestione della cosa pubblica».
«La ‘ndrangheta produce un inquinamento non solo economico ma anche di democrazia», ha detto ancora il procuratore. «Le mafie – ha aggiunto Gratteri – sono qui perché sono state accolte, non sono state scacciate. Le mafie sono qui perché voi avete parlato alle mafie, sono qui perché avete fatto affari con le mafie, avete fatto business. Perché, a esempio, molti imprenditori del Nord hanno fatto affari, hanno accettato forza lavoro a basso costo, a prezzi stracciati, lavoratori in nero, avete accettato che imprenditori mafiosi del Sud sversassero i vostri rifiuti in cave e terreni abbandonati con ribassi del 30 e del 40%, pensando in questo modo di arricchirvi ancora di più. Non capendo che per quegli imprenditori sarebbe stato l’inizio della fine, perché le mafie non vogliono fare solo business, non gli interessa solo vendervi prestazioni d’opera. Le mafie vogliono poi entrare nella vostra attività, nel vostro business, comandare all’interno delle vostre aziende. Soprattutto quando vi rosolano piano piano a fuoco lento, quando entrano nelle vostre società con quote di minoranza però poi l’obiettivo è di rilevare l’attività commerciale. E allora in questo modo pian piano siete sempre meno padroni delle vostre aziende, che alla fine dovrete mollare».
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