Che Silvio Berlusconi abbia sbagliato la strategia in questi giorni è pacifico.
Ha sbagliato, con la sua esperienza, a non capire che ci sono compromessi da fare anche formando un governo.
Licia Ronzulli, diventata un bersaglio della stampa, non era gradita a Meloni e chi conosce la storia del futuro premier sa che, sin dagli esordi, ha sempre mantenuto un atteggiamento forte, coerente e deciso.
Sottovalutare le dinamiche parlamentari, e l’astuzia di Renzi, ha contribuito a fornire una pessima immagine del partito che, è giusto ricordarlo, è l’unico della triade a far parte del Ppe.
Gli appunti rubati dalle telecamere hanno contribuito a una frattura che deve essere ricomposta, se si vuole affrontare un’esperienza di governo che sarà dura.
Detto questo, fa male assistere alla processione di accuse contro chi è stato il fondatore del centrodestra, l’uomo cui si deve lp sdoganamento istituzionale della destra.
Dalla dichiarazione pro Fini del 93 alla discesa in campo, grazie a lui una grande fetta di elettorato moderato ha avuto rappresentanza, non rassegnandosi all egemonia dei postcomunisti dopo la fine della prima Repubblica.
È stato 4 volte premier, ha mantenuto in vita, fino a dieci anni fa, i partiti della coalizione, resuscitando ogni volta che ne annunciavano la fine
Questa percezione di essere un po’ il padrone della coalizione lo ha portato a pensare, sbagliando, che anche l’attuale governo fosse cosa sua.
Fratelli d’Italia è nata nel niente e cresciuta grazie alla determinazione della Meloni.
Berlusconi questo calcolo non lo ha saputo fare.
Crocifiggerlo, però, non è cosa buona. Ironizzare sulle sue stanchezze, dimenticando che a 86 anni, e dopo avere sconfitto tumori e malattie, è saldamente in sella, è opera di volgarità pubblicistica.
Certo, non deve essere stato bello per il futuro premier leggere quegli aggettivi e per questo la sua risposta è legittima.
Il nuovo governo ha bisogno anche di Berlusconi e di Forza Italia, specie al Senato, nella consapevolezza che Renzi giocherà a spaccare e che le contingenze economiche renderanno difficile il cammino.
Matteo Salvini, che è stato, invece, bravissimo a capitalizzare una presidenza di Camera, vice premier e ministeri pesanti per la Lega, può svolgere un lavoro di mediazione.
Riconoscere a Berlusconi, che ha attraversato 30 anni di impegno politico dovendo subire processi e accuse infami, il ruolo di padre nobile della coalizione, è un atto necessario. Continuare a litigare farà male a tutti
*giornalista
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