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Cronaca di uno sbarco di coca al porto di Gioia Tauro: talpe, cambi turno e chat “infuocate”

La Dda di Reggio ricostruisce gli step compiuti dai portuali infedeli in vista dell’arrivo dei containers. Tra l’euforia e l’attenzione ai particolari

Pubblicato il: 15/10/2022 – 7:07
di Giorgio Curcio
Cronaca di uno sbarco di coca al porto di Gioia Tauro: talpe, cambi turno e chat “infuocate”

REGGIO CALABRIA Gestire l’arrivo dei container e la successiva esfiltrazione dei carichi di cocaina era una prassi consolidata ma soprattutto ben congeniata, frutto di un’organizzazione che riguardava ogni aspetto gestito in modo quasi maniacale, minuto per minuto, attraverso conversazioni continue su telefonini criptati. Questo, per lo meno, il quadro ricostruito dagli inquirenti della Dda di Reggio Calabria, ampiamente condiviso dal gip del Tribunale reggino e che ha portato all’arresto di 36 persone legate al narcotraffico all’interno del porto di Gioia Tauro.

Il carico di droga del 19 dicembre 2020

Uno schema collaudato, una squadra di portuali “infedeli” composta da personaggi e squadre autonome gestite da Salvatore Copelli e Rosario Bonifazio che mantenevano i propri referenti criminali, rispettivamente Rocco Iannizzi e Girolamo Fazari e Antonio Zambara. Ma nel gruppo ci sono anche Salvatore Dell’Acqua, Salvatore Bagnoli, Nazareno Valente, Giuseppe Papalia e Salvatore Copelli. Il primo step – essenziale – era l’organizzazione delle turnazioni, rese particolarmente “flessibili” e plasmate in funzione della capacità di conoscere e quindi elaborare per tempo i piani di arrivo dei carichi di cocaina, programmando in anticipo i dettagli. Tanti i casi documentati dagli inquirenti, ma tra i più significativi c’è il carico di droga il cui arrivo a Gioia Tauro, era previsto per il 19 dicembre 2020.

I turni “flessibili”

Le discussioni tra i portuali iniziano con qualche giorno di anticipo, già il 16 dicembre, utilizzando la consueta chat di gruppo su Sky Ecc. Ad illustrarne i dettagli è Bonifazio, spiegando che il lavoro di trasbordo della sostanza stupefacente si sarebbe dovuto svolgere nelle giornate del 18 e del 19 dicembre, durante il quarto turno lavorativo. E invita così Fazari – alias “Montagna” – ad occuparsi del turno di Salvatore Bagnoli – alias “Luis” – incoraggiando tutti i partecipanti con la prospettiva di ottenere buoni risultati. È ancora Fazari ad offrire una soluzione a Bagnoli: avrebbe dovuto inviare un “messaggio” al risponditore automatico della MCT, giustificando la necessità del cambio turno per “motivi familiari”. Nazareno Valente, intanto, era riuscito a sistemare il suo turno: il 18 dicembre avrebbe riposato, per cui fra il 19 ed il 21 avrebbe potuto scegliere un primo o un quarto turno a suo piacimento «Allora io sono ok il 18 riposo posso fare sia primo dal 19 al 21 che 4 sono privilegiato». A questo punto la palla passa a Rosario Bonifazio, spetta a lui recuperare il documento contenente i piani di attracco delle navi, e invia così un messaggio a Salvatore Dell’Acqua, chiedendo il “berting plan” delle navi. Un passaggio fondamentale perché gli avrebbe consentito di dare conferma agli altri operai del giorno esatto in cui avrebbero dovuto svolgere il “lavoro”, cioè lo scarico della cocaina, agevolandoli ulteriormente nella pianificazione delle turnazioni. Bonifazio – così come riporta il gip nell’ordinanza – riesce a visionare il piano, poi comunica in chat ai colleghi le informazioni.

Msc naomi gioia tauro

Msc Adelaide e Msc Naomi

Il primo lavoro di esfiltrazione della cocaina si sarebbe dovuto svolgere il 19 dicembre nel quarto turno lavorativo, ed avrebbe riguardato il container in viaggio sulla “MSC ADELAIDE”. Nei giorni successivi, sempre nel quarto turno di lavoro, avrebbero esfiltrato gli altri due carichi di droga, quelli che si trovavano a bordo della motonave “MSC NAOMI”. «Il lavoro lo facciamo il 19 Adelaide» «E poi naomi ne abbiamo due» «Quindi tutti di 4» «Ma. lo domani siete tutti di 4» «Caso mai sbarca lo facciamo» «Che dite» «Che sono qua con persone» «Quindi ok lasciamo i mess x il 4 il 19». Dopo aver concordato in chat quando realizzare l’esfiltrazione del carico di droga, Nazareno Valente insieme ad un altro collega comunicano lo scambio dei turni di servizio. Pochi minuti dopo Salvatore Bagnoli contatta il servizio di registrazione MCT per comunicare la “necessità” di essere impiegato durante il quarto turno lavorativo il giorno 19 dicembre. Quello stesso pomeriggio del 16 dicembre 2020 anche Girolamo Fazari contatta un collega per verificare l’eventuale disponibilità ad effettuare un cambio turno.

I containers e i codici

Organizzati per bene i turni, si passa ai preparativi per individuare i containers con il carico di droga. «Ho numero (…) te lo mando». Ad intervenire è Salvatore Copelli in riferimento ad un container all’interno del quale c’erano 823 panetti di cocaina per un peso complessivo di oltre 994 kg.  Un carico dunque impegnativo e per questo serve lo sforzo di tutti, a partire dai container da individuare fino alla clonazione dei sigilli. Intanto Bonifazio e Dell’Acqua fissano un incontro, in seguito del quale lo stesso Bonifazio, in chat, inoltra una foto ritraente un foglio manoscritto e con su la sigla identificativa di due container, sotto la scritta “uscita banane”. Dell’Acqua conferma la ricezione del pizzino: «Appena li facciamo te li giriamo ok» scrive in chat, riferendosi con ogni probabilità alle foto dei sigilli dei container per procedere così alla loro clonazione. E così, dopo aver realizzato un proforma del sigillo, Giuseppe Papalia si mette all’opera e comunica in chat: «Buongiorno a voi compà, perfetto. Grazie procediamo per la stampa anche di questo oggi». Più tardi, ancora in chat, invia una foto che ritraeva lo schermo di un computer nel quale, proprio in quel preciso istante, stavano abbozzando la grafica da imprimere nel sigillo. Dopo altri dieci minuti invia la foto di un foglio con raffigurato il logo della MSC, un codice a barre e la sigla EU19059962 (corrispondente al sigillo i apposto sul container CAIU7826927, dove avrebbero dovuto mettere la sostanza stupefacente per portarla fuori dall’area portuale. Nel foglio era stato inoltre scritto che si trattava del sigillo per il carico giunto a bordo della n motonave MSC NAOMI (“X NAOMI”). Alle 8.33 Papalia avvisa Copelli (Thor nella chat) che i sigilli sarebbero stati consegnati agli operai del turno serale, non essendo stato possibile completarli prima.

Organizzazione della serata

Archiviata la questione codici, il gruppo, quasi rispettando un’ideale scaletta, passa all’organizzazione della serata del 19 dicembre. «Stiamo andando a Polistena a trovare il capo turno» scrive in chat Dell’Acqua la mattina del 18 dicembre «Per sabato per spiegare che manchiamo assai (…) certo, per tutti stiamo andando» rassicurando anche gli altri colleghi. «Speriamo che lo troviamo», scrive preoccupato Dell’Acqua «È in ferie porco carne domani c è uno che è una m*rda», riferendosi ad un sostituto non particolarmente gradito al gruppo, «quello di Reggio».  È il pomeriggio del 18 dicembre quando entrano in gioco anche Vincenzo Brandimarte e Antonio Sciglitano. I due si interessano delle partite di cocaina in viaggio verso il porto di Gioia Tauro, e chiedono a Rosario Bonifazio notizie sullo sbarco dei containers. «Satana lista cuando ce l’abbiamo» chiede «Più tardi ti dico» risponde Bonifazio, con Brandimarte che replica: «Okkk». «Bastardo vedi che già mi sta iniziando a gonfiare la pancia ahahaha» risponde poi Sciglitano. I preparativi continuano, così come il dialogo tra Bagnoli e Dell’Acqua.

«Sotto le banane»

Tra i componenti del gruppo c’è euforia, e soprattutto la convinzione che, se tutto sarà organizzato come al solito, andrà bene anche questa volta. Tutto girava intorno al carico in arrivo e capire il posizionamento della cocaina all’interno del container. «Tipo quando hai fatto lavoro – chiede Bagnoli – nelle banane ci sono le banane sopra e sotto il materiale?» «No no ne dobbiamo cacciare due file, alla terza c è il materiale» replica Dell’Acqua. «E dv e messo negli zaini?» «Sotto le banane». Non sanno però che da lì a qualche giorno avrebbero avuto una brutta sorpresa. (Continua)

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