CATANZARO Comunque la si vuole prendere e la si vuole mettere sarà uno dei primi atti politici del nuovo governo e della maggioranza di centrodestra, non fosse altro che per la tempistica e per il fatto che il presidente della Regione Roberto Occhiuto il tema l’ha già posto, almeno mediaticamente. Il 10 novembre è la deadline della vigenza del Decreto Calabria, il provvedimento legislativo che ha introdotto regole straordinarie e speciali per la sanità calabrese, e quindi la sua sorte – la proroga o la definitiva scadenza – è una questione che subito, in un modo o nell’altro, si porrà sul tavolo della coalizione che ha trionfato il 25 settembre. E così il Decreto Calabria diventa una sorta di “stress test” – uno dei tanti – degli assetti di una maggioranza che già sprigiona parecchie tossine e che nel calderone dei dossier sui cui litigare potrebbe ormai far entrare di tutto e di più.
Al di là degli effetti pratici che dall’11 novembre in poi si potrebbero verificare in caso di mancata proroga del Decreto Calabria – la decadenza degli attuali commissari delle Asp e delle aziende ospedaliere, giusto per fare un esempio molto concreto e significativo – la partita è, com’è facilmente intuibile, anche e soprattutto politica. Occhiuto ha già fatto intendere che sul Decreto Calabria qualcosa dovrà essere deciso. Inizialmente, il governatore, allora big di Forza Italia alla Camera e all’opposizione, non fu tenero con il provvedimento letteralmente preteso dall’allora predominante Movimento 5 Stelle, ma successivamente si è molto speso per migliorarlo ed emendarlo sul piano normativo, e nel complesso – riferiscono fonti accreditate – punterebbe adesso a una proroga del testo in un senso rafforzativo delle prerogative che il Decreto assegna al commissario. Non è un mistero – giusto per restare all’esempio di cui sopra – che con il Decreto Calabria i margini di manovra nelle nomine dei manager per Occhiuto sarebbero molto più ampi rispetto a un eventuale ritorno al passato. «Il commissariamento dev’essere utile ad affrontare e risolvere i problemi della Calabria. C’è una sentenza della Corte costituzionale di un paio di anni fa che dice che il commissario può poco se non è assistito dal governo nazionale. Questa sentenza è rimasta sostanzialmente inapplicata. Chiederò al governo di farsi carico dei doveri di interesse nei confronti del diritto alla cura dei calabresi. E in questo contesto discuteremo anche della possibile proroga del Decreto Calabria», così a margine di un incontro con i giornalisti si è espresso Occhiuto una decina di giorni fa, manifestando chiaramente le sue intenzioni e indicando i passi che intende fare nelle prossime settimane.
Il fatto è che il tempo stringe e le tensioni nel centrodestra – soprattutto tra il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e la premier in pectore Giorgia Meloni potrebbero finire con il mettere nel tritacarne dei nuovi assetti della coalizione anche questioni apparentemente secondarie come la gestione della sanità calabrese. Una partita delicata, insomma, anche perché si intreccia con un’altra partita alla quale sicuramente Occhiuto sarà molto interessato: quella per la designazione del futuro ministro della Sanità. Secondo quanto riporta la stampa nazionale, la casella spetterebbe a Forza Italia, e questo potrebbe essere già un ottimo viatico per il governatore e commissario: tramontata la pista Licia Ronzulli, che verosimilmente sarebbe stata una manna dal cielo sul piano politico per Occhiuto e Forza Italia Calabria, si fanno i nomi del medico berlusconiano Alberto Zangrillo e dell’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, e comunque l’indicazione del nome da parte forzista potrebbe sicuramente aiutare Occhiuto nella trattativa che eventualmente dovesse rendersi necessaria sul Decreto Calabria. (a. c.)
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