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Maxi rissa nel carcere di Arghillà. La denuncia del Sinappe

Coinvolti 50 detenuti. Un altro ha appiccato fuoco alla propria camera detentiva creando una nube di fumo in tutta la sezione

Pubblicato il: 15/10/2022 – 19:20
Maxi rissa nel carcere di Arghillà. La denuncia del Sinappe

REGGIO CALABRIA «Ennesimo evento critico sfociato nel circondario calabrese nel tardo pomeriggio della giornata di ieri. Una maxi rissa ha visto protagonisti più di 50 detenuti che hanno agito in saletta durante la fruizione della socialità; come in uno scenario di un film dell’orrore, ove emergeva un’esasperata violenza e vari disordini». È quanto denuncia in una nota il Sinappe (Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria).
«Sembrerebbe un pareggiamento di conti tra detenuti italiani ed extracomunitari. Nel contempo – spiegano dal sindaco – si manifestava un altro evento critico operato da un detenuto che ha appiccato fuoco alla propria camera detentiva creando una nube di fumo in tutta la sezione che al propagarsi, ha costretto l’immediato spostamento di tutti i detenuti all’area passeggi. Grazie al pronto intervento dell’esiguo personale in servizio, ridotto ai minimi termini da una carenza organica che il Sinappe ha più volte lamentato, e al tempestivo supporto dato dai colleghi fuori servizio che nell’immediato sono corsi in ausilio, si è riusciti a scongiurare il peggio, operando con prontezza, professionalità e spirito di corpo»
«Ancora una volta – sottolinea la segreteria provinciale del sindacato – il personale “dalla divisa blu” dell’Istituto ha dimostrato il proprio valore nonostante sia stato abbandonato a se stesso. Infatti, questi episodi sono solo gli ultimi di una grande “escalation” avvenuta e, purtroppo, in continuo divenire. Negli ultimi mesi il penitenziario è stato lo scenario di aggressioni al personale, disordini in sezione e risse tra detenuti; eventi che purtroppo non potranno svanire vista la situazione regnante: detenuti promotori di disordini, protagonisti di aggressioni, soggetti psichiatrici (cui l’istituto non risulta idoneo ad ospitare) i quali non vengono trasferiti».
Il sindacato «ha svariate volte evidenziato le criticità dettate sia dalla carenza di personale, sia dai “detenuti non parteni” e più volte ci si è posti la stessa domanda: Arghillà è la culla di soggetti particolari e/o violenti di tutta la calabria? Se i vertici regnanti ponessero lo sguardo su quanto accade e prendessero provvedimenti al riguardo – concludono dal Sinappe – si potrebbe pensare ad una visione del penitenziario su scia rieducativa e non su tracciato violento e delinquenziale quale realtà attuale espressa dal detenuto».

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