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Scontro Berlusconi-Meloni, Occhiuto: «Si risolverà tutto. La politica non faccia rimpiangere Draghi»

Il governatore a Capri: «Investire sul Sud occorre al Paese». L’invito ai colleghi Emiliano e De Luca: «Facciamo sistema al di là delle ideologie»

Pubblicato il: 15/10/2022 – 13:05
Scontro Berlusconi-Meloni, Occhiuto: «Si risolverà tutto. La politica non faccia rimpiangere Draghi»

CAPRI «Si risolverà tutto». Così il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, intervenuto al convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria, a Capri, rispondendo a una domanda sui rapporti tra la leader di FdI, Giorgia Meloni e quello di FI, Silvio Berlusconi. «Sono cose che accadono, ma ora basta, punto e a capo – ha aggiunto Occhiuto -. Il padre del Centrodestra si aspettava dalla Meloni un atteggiamento più rispettoso. Credo che si risolverà tutto. È come un padre che ha dato un ceffone al figlio, il padre si aspettava di essere ascoltato per cose che non ha avuto».

«La politica ora non deve far rimpiangere Draghi»

Occhiuto argomenta: «Berlusconi si sente, legittimamente, il padre del centrodestra: è convinto che, se non avesse portato Fini e Bossi al governo, Fratelli d’Italia e la Lega non sarebbero quello che sono oggi. È convinto di aver creato una destra di governo. Si aspettava dalla Meloni un atteggiamento più rispettoso, si aspettava che qualche sua richiesta fosse accolta senza eccessiva fermezza. Ma sono cose che succedono, ora basta. Bisogna dimostrare che la politica è capace di affrontare le sfide gigantesche che ci attendono». È un appello alla politica tutta: «Nella scorsa legislatura di fatto la politica è stata commissariata perché si è consegnata a Draghi che ha fatto un grande lavoro. L’errore da non fare oggi è far rimpiangere Draghi: ma davvero possiamo parlare ancora di fascismo, di eredi di Mussolini quando fra due o tre mesi saremo costretti ad affrontare problemi giganteschi?».

«Voglio il rigassificatore per la mia regione»

A proposito di problemi, il governatore affronta quello della crisi energetica: «Governo una regione in cui la crisi si avverte prima. Per questo ho puntato sulla necessità di fare il rigassificatore a Gioia Tauro: produrrebbe un terzo del gas che importavamo dalla Russia. Per realizzarlo manca solo il Dpcm del governo che lo dichiari opera strategica. Io questa cosa la chiedo da mesi, da prima che il problema dell’energia fosse sulle prime pagine dei giornali. La pratica è lì da dieci anni, bloccata per l’esplosione della “moda” delle energie rinnovabili, che sono importanti ma, da sole, non risolvono il problema. Bene: il sindaco di Piombino non vuole il rigassificatore galleggiante, io lo voglio per la mia regione».

«Il Sud deve fare sistema al di là delle appartenenze politiche»

A proposito dei rapporti tra le regioni meridionali, sollecitato dal moderatore David Parenzo, Occhiuto ha lanciato un appello ai colleghi che guidano Puglia (Michele Emiliano) e Campania (Vincenzo De Luca), con i quali ha condiviso il palco a Capri: «Il Sud – ha detto – deve fare sistema. Io, per esempio, ho un ottimo rapporto con Michele Emiliano e guardo con grande simpatia al lavoro di De Luca. Credo che le sfide che hanno davanti i governatori non hanno colore politico, è il nostro schema che io spererei diventasse lo schema del governo nazionale».

«Investire sul Mezzogiorno perché occorre al Paese»

«L’investimento delle risorse al Sud – continua Occhiuto – dipende dalla visione che noi abbiamo del Paese per i prossimi 20 anni». Lo sguardo del governatore si apre sul Mediterraneo, partendo ancora dal porto di Gioia Tauro, che è «il primo porto d’Italia: Aponte (fondatore di Msc, terminalista nel porto, ndr), che sono andato a trovare a Ginevra, mi ha detto che nel suo piano industriale investirà altri 300 milioni per Gioia Tauro». Questi investimenti dovrebbero arrivare anche dalla politica: «O questo paese investe sul Mediterraneo e sulle regioni che sono l’hub naturale del Mediterraneo o significa che perderà l’ennesima occasione. Il porto di Gioia Tauro si sta sviluppando non per iniziativa politica ma perché il mercato lo sviluppa». E il mercato guarda al Mediterraneo: «L’energia dovremmo prenderla dai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. E anche il lavoro, almeno per alcune figure professionali. Dobbiamo investire sul Mezzogiorno perché occorre al Paese, non perché ne hanno bisogno le regioni del Sud»


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