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Catanzaro, in arrivo il protocollo d’intesa: l’integrazione degli ospedali si profila all’orizzonte

Dopo anni di vana attesa la fusione tra Mater Domini e Pugliese per la nascita dell’azienda unica “Dulbecco” prende forma: dietro l’angolo l’accordo tra Regione e Università. Ecco i passi avanti e …

Pubblicato il: 16/10/2022 – 7:18
Catanzaro, in arrivo il protocollo d’intesa: l’integrazione degli ospedali si profila all’orizzonte

CATANZARO Le bocche sono cucite, i cellulari rigorosamente muti, i cassetti delle scrivanie chiusi a doppia e tripla mandata. Trapela poco, sul processo di integrazione delle aziende ospedaliere di Catanzaro, il Policlinico universitario Mater Domini e il Pugliese Ciaccio, finalizzato alla creazione dell’azienda unica “Dulbecco”, e sul protocollo d’intesa tra Regione e Università Magna Graecia che ne dovrà rappresentare la cornice e il pilastro. Trapela poco, e quel poco che trapela da fonti accreditate dice che il documento sarebbe sostanzialmente pronto. Mancherebbe solo qualche limatura ma il grosso sarebbe ormai stato fatto, grazie anche al clima di sostanziale collaborazione che le parti in causa hanno garantito nelle riunioni della commissione paritetica chiamata a delineare il protocollo d’intesa: si dice infatti che l’atto sia già sul tavolo, per le rispettive valutazioni e il sigillo finale, sia del governatore e commissario ad acta della sanità calabrese, Roberto Occhiuto sia del Rettore dell’Umg Giovambattista De Sarro, e che potrebbe vedere la luce ufficialmente nelle prossime settimane, sicuramente entro la fine dell’anno, e non solo perché così vuole la legislazione vigente ma soprattutto perché così (stavolta) vogliono un po’ tutti. Anche la politica, che dopo le finzioni e le manfrine del passato, stavolta sul tema dell’integrazione degli ospedali di Catanzaro si è dimostrata più decisa.

Roberto Occhiuto e Giuseppe Profiti

I passi avanti del procedimento

Non è un mistero che l’iter di preparazione del protocollo d’intesa sia seguito quotidianamente e costantemente dal presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, ispiratore e presentate dell’ultima legge regionale sul tema, l’unica a non essere finita sotto le grinfie del Consiglio dei ministri per sospetta incostituzionalità, a dimostrazione del fatto che la creazione dell’azienda unica di Catanzaro stavolta è stata assunta come un vero obiettivo. E a differenza del passato, quando piccoli interessi di bottega, soprattutto politici, hanno prodotto provvedimenti legislativi sgangherati (un testo a esempio inseriva nell’integrazione anche l’ospedale di Lamezia…) e puntualmente (e forse anche volutamente) cassati dal governo. Stavolta così non è stato e le procedure si sono via via snodate, certo non senza difficoltà, legate anche alla diffidenza reciproca tra mondo accademico e mondo ospedaliero (preoccupato di perdere peso a discapito dell’Umg), diffidenza che – spiegano i bene informati – in sede di commissione paritetica si sarebbe via via diradata, ma si sono snodate, anche per tante forti spinte in avanti, arrivate pure dallo stesso Occhiuto. Del resto, tra i 26 adempimenti che il governo ha assegnato a Occhiuto all’atto di nomina a commissario c’è scritto nero su bianco, al punto 15, «definizione e stipula del protocollo d’intesa con l’Università degli studi “Magna Graecia” di Catanzaro in coerenza con la normativa vigente». Fonti accreditate poi spiegano che un altro segnale della volontà di Occhiuto di non indugiare più sia stata la costituzione di una sorta di commissione “parallela” sul processo di integrazione guidata dal commissario di Azienda Zero Giuseppe Profiti, sempre più calato nel ruolo di “deus ex machina” tecnico dell’azione del governatore-commissario. Lo stesso Profiti, di recente, a margine di un convegno, ha ribadito che «la fusione» tra le due aziende è «uno dei punti cardine non solo per Catanzaro e per l’area centrale della Calabria ma per l’intero sistema sanitario regionale. Una azienda ospedaliera grande, integrata, per un bacino di utenza ampio per le alte specialità è necessaria: la fusione è il punto di partenza strategico per iniziare a costruire questo grande hub regionale. Vedo passi avanti: a livello tecnico – ha osservato in quel frangente Profiti – noi stiamo lavorando “come se”, quindi stiamo ridisegnando il futuro della Calabria come se anche questa a breve fosse una realtà operativa. La Calabria ne ha bisogno, nel disegno del sistema sanitario futuro c’è». Da qui a ritenere che il protocollo d’intesa Regione-Università sia ormai dietro l’angolo il passo è breve. E c’è anche chi sostiene che una bozza sia stata già trasmessa ai ministeri vigilanti a Roma e al tavolo Adduce per un primo vaglio: se non è già stato fatto,questo invio, verrebbe fatto sicuramente dopo la firma dell’accordo.

Giovambattista De Sarro

I nodi da sciogliere

Il dato di sintesi dunque, al di là del mistero ai limiti dell’omertà che circonda questa fase di definizione del protocollo d’intesa, è che la bozza di documento sarebbe ormai in dirittura d’arrivo e che le due aziende si starebbero anche logisticamente preparando alla fusione per dare vita a un’azienda unica che diventerebbe la più grande di tutta la Calabria, metterebbe insieme la vocazione didattica del Mater Domini e quella assistenziale del Pugliese, e all’orizzonte creerebbe un hub regionale di 800 posti letto e realizzerebbe un ulteriore potenziamento della Facoltà di Medicina di Catanzaro. Restano ovviamente dei nodi da sciogliere, nodi che solo la lettura del protocollo di intesa quando sarà nero su bianco potrà sciogliere: e cioè, se e come ci sarà un bilanciamento tra le esigenze e le aspettative della parte universitaria e di quella ospedaliera, e se, come e quando saranno strutturate le unità operative dell’azienda unica (e relativi primariati…). C’è poi il tema della tempistica, comunque non neutra, se si considera che all’atto della pubblicazione del protocollo d’intesa decadranno i commissari in carica dell’azienda Mater Domini e dell’azienda Pugliese (se non decadono prima per la scadenza del Decreto Calabria). Fonti accreditate sostengono che si procederà per step – del resto lo stesso Profiti ha parlato di fusione graduale – e che verosimilmente sul piano strettamente giuridico l’integrazione partirà dall’1 gennaio 2023 mentre sul piano fattuale si andrà per passaggi più ponderati, anche perché la partita è comunque delicata e ci si muove sempre su un terreno scivoloso. In questo senso tanti analisti non considerano partcolarmente opportuna la convocazione di un Consiglio comunale aperto di Catanzaro sul futuro dell’Università, consiglio comunale al quale sono stati invitati tra gli altri anche Occhiuto e Mancuso e il rettore dell’Umg De Sarro (e quello dell’Unical Leone…): non la considerano opportuna – dicono – «per le spinte campanilistiche che ne potrebbero derivare», spinte che soffierebbero sul fuoco delle recenti polemiche sulla ipotetica attivazione di una seconda facoltà di medicina in Calabria, e  segnatamente a Cosenza. Si vedrà. E infine, l’ultimo “nodo”, l’attivazione del pronto soccorso al Mater Domini, tema da anni fonte di un dibattito molto serrato: pochi giorni fa Occhiuto ha spiegato che «è giusto che ci sia un pronto soccorso in un ospedale importante come Germaneto perché, se abbiamo bisogno di specializzandi in emergenza urgenza, trovo singolare che l’Università di Catanzaro non formi questi specializzandi perché non ha il pronto soccorso. Quindi fare il pronto soccorso a Germaneto è utile a potenziare l’assistenza sanitaria in questa parte della regione. Ma è utile anche a formare giovani specializzandi anche il sistema sanitario potrà utilizzare nei prossimi anni». Una dichiarazione che ha dato adito a varie interpretazioni ma che sicuramente indica una direzione e un approdo. (a. c.)

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