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Ferro: «Ancora aggressioni nelle carceri, servono assunzioni corpose»

Nei giorni scorsi un episodio a Reggio Calabria. «Massima attenzione e misure più stringenti per la sorveglianza dei detenuti»

Pubblicato il: 16/10/2022 – 21:32
Ferro: «Ancora aggressioni nelle carceri, servono assunzioni corpose»

«La situazione nelle carceri italiane sta sfuggendo al controllo, come dimostrano i due episodi denunciati ieri dal sindacato degli agenti penitenziari Sappe ad Avellino e Reggio Calabria. Nel capoluogo irpino, prima due detenuti del reparto di isolamento per spaccio di droga hanno preso in ostaggio due agenti minacciandoli con coltelli rudimentali ricavati da lamette da barba, mentre poco dopo nello stesso reparto, si è accesa una rissa tra detenuti anche in questo caso faticosamente sedata dal personale in servizio. A Reggio Calabria, invece, è andata in scena una maxi rissa violenta con violenze da film horror tra oltre 50 detenuti, scaturita da un regolamento di conti tra italiani ed extracomunitari». Lo dichiara Wanda Ferro, deputato di Fratelli d’Italia.

«Fratelli d’Italia chiede massima attenzione»

«Le carceri italiane, come segnala il Sappe, sono polveriere pronte ad esplodere e ci chiediamo come di fronte a queste situazioni, con incidenti quasi quotidiani, l’amministrazione penitenziaria resta inerte. Una domanda che rivolgiamo al dottor Carlo Renoldi, capo del Dap, che ha la responsabilità e il dovere di ristabilire la legalità nel sistema carcerario. Fratelli d’Italia – prosegue Ferro – da tempo chiede massima attenzione e misure più stringenti per la sorveglianza dei detenuti, in modo particolare quelli dei reparti più a rischio. Bisogno poi raccogliere l’allarme dei sindacati, che chiedono inascoltati rinforzi per la Polizia penitenziaria, che nonostante l’impegno dei suoi agenti spesso si trova in difficoltà per mancanza di risorse. Servono quindi assunzioni corpose che colmino una volta per tutte le gravi carenze di organico negli istituti di pena, così come occorre costruire nuove carceri invece di continuare seguire una politica di svuotamento delle celle. Ma occorre anche una visione diversa, che miri alla riabilitazione, che guardi ai detenuti e alla formazione, all’integrazione e alla possibilità di riscatto».

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