L’economia calabrese, già di suo precaria grazie alle politiche imposte dalle regioni del Nord politicamente più forti ma anche socialmente compatte, si trova in una condizione di incertezza tale da rendere necessari e urgenti interventi sociali. Di tanto hanno discusso i Vescovi Calabresi che si sono riuniti a Catanzaro nel seminario regionale “San Pio X”.
La povertà che corre da tempo dentro i confini della Calabria e interessa sempre più larghe fasce di popolazione li ha sollecitati ad incontrarsi e a rendere noto il loro pensiero. Preoccupazione e timore sono stati espressi anche per le imprese colpite duramente dalla crisi economica che interessa ormai tutto il territorio nazionale, ma che si avverte di più in Calabria che non regge al costante aumento dei prezzi soprattutto per i beni di prima necessità. Aumenti spesso anche ingiustificati che vanno a toccare persino i prodotti di largo consumo.
Secondo i Presuli le condizioni in cui versa la Calabria e il tessuto economico ed imprenditoriale di cui dispone, risentono della precarietà del momento e fa preoccupare il rialzo dei prezzi sia per quanto riguarda le forniture energetiche, sia per i prodotti di prima necessità. Da ciò l’auspicio dei Vescovi che il Governo del Paese in gestazione abbia a cuore anche le necessità della Calabria sia incentivando e salvaguardando le attività imprenditoriali, sia sostenendo le attività produttive e quelle poche presenti nella Regione.
Intanto la speranza è che il Governo che si andrà a formare esamini al più presto le realtà imprenditoriali presenti sul territorio regionale e trovi modo e mezzi per incentivarli grazie al pacchetto di aiuti che si intenderà elargire per fronteggiare la crisi che in Calabria si avverte anche per i riflessi del conflitto in atto.
I vescovi hanno ricordato anche la decisione presa dal Consiglio dei Ministri di prorogare all’otto luglio il taglio delle accise che interessano anche il metano. La loro preoccupazione dipende appunto dal fatto che la crisi si abbatterebbe soprattutto sulle regioni più deboli, quale la Calabria, dove avrebbe conseguenze catastrofiche fino al blocco delle attività per i possibili aumenti del costo delle materie prime.
L’occupazione giovanile è stato l’argomento affrontato. I Presuli si sono intrattenuti a discutere sui progetti che riguardano la Calabria per i giovani. E ne hanno tratto motivo da ciò che è in programma per il territorio metropolitano di Reggio Calabria che interessa la comunità diocesana e la Camera di Commercio. I vescovi hanno deciso di accompagnare i giovani disoccupati verso il lavoro; una iniziativa che potrebbe servire da apripista per le atre provincie della Calabria.
Ne è venuto fuori un tracciato secondo cui sono da riconoscere alla Calabria le preoccupazioni per un tenore di vita debole e persistente sull’intero territorio con tendenza ad accentuarsi. Dunque una realtà, caratterizzata da diseguaglianza, che è in crescita con “spietata evidenza”.
Sarebbe sufficiente – secondo i Vescovi calabresi – fare una lettura dei salari delle varie regioni per rendersi conto che in Calabria tendono verso un destino peggiore fino a ridurre la Regione a un “fanalino di coda” tra le regioni del Paese. Una “conquista” che farebbe alla pari con quella già acquisita che pone la Calabria all’ultimo posto per reddito medio pro capite nazionale.
*giornalista
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