CATANZARO Cercavano «persone senza eredi con cospicue somme di denaro depositate o investite presso l’ente postale, per le quali era possibile creare un testamento olografo falso, ponendo quali eredi soggetti appartenenti all’organizzazione, per poi riscuotere tutti gli investimenti». Era questo lo scopo dell’associazione per delinquere perseguita dalla Procura di Catanzaro che ha portato questa mattina alla esecuzione, da parte di Polizia e Carabinieri di Catanzaro, di nove misure cautelari, due in carcere e sette ai domiciliari. Secondo l’accusa, a capo dell’organizzazione vi era Marco Scalzo, 34 anni, di Catanzaro, il quale avrebbe istigato, corrompendolo, il dipendente di Poste Italiane Luciano Crispino, 61 anni di Catanzaro, a introdursi abusivamente all’interno del sistema informatico di Poste Italiane s.p.a e a effettuare interrogazioni sulla banca dati delle Poste circa le posizioni contrattuali e/o assicurative di clienti di Poste Italiane.
Tra questi avrebbero individuato F. F., deceduto il 5 gennaio 2017. L’uomo non aveva parenti prossimi e lasciava anche una cospicua eredità. A questo punto è scattata la macchina operativa dell’organizzazione. Con un falso testamento olografo è stata nominata erede Ortenzia Fabiano, 63 anni, di Gimigliano, per trarre in inganno l’ente postale e richiedere la liquidazione delle polizze assicurative, dei buoni postali e dei depositi al risparmio intestati a F. F.
Dal 10 al 20 settembre 2018 gli investigatori notano strani movimenti sul conto corrente della signora Fabiano: «… erano state liquidate cinque polizze assicurative postali per un valore di circa un milione di euro», scrive il gip Antonella De Simone nei brogliacci dell’ordinanza.
La donna era stata presentata quale unica erede del defunto davanti al notaio crotonese Carlo Proto (non indagato, ndr). Il gip osserva che «la falsità del testamento olografo, pubblicato il 27 giugno 2018 mediante lettura dinanzi al notaio Carlo Proto di Crotone, ove era stato presentato proprio dalla Fabiano, è stata confermata in sede di perizia grafologica».
Quello che gli investigatori appurano è la fitta corrispondenza tra Scalzo e Giuseppe Aiello, 39 anni, di Crotone, i quali «si scambiano informazioni inerenti al decesso e all’eredità lasciata dal Ferracci, appurando, tra le altre cose, l’inesistenza di parenti in vita».
A questo punto il denaro andava riciclato per impedire di risalire alla sua provenienza.
Il 12 settembre 2018, sarebbe stata accreditata sul conto corrente della Fabiano proprio una polizza assicurativa del valore di 110mila euro. Il 20 settembre 2018, dopo che era stata riscossa l’ultima polizza assicurativa, dal conto corrente di Ortenzia Fabiano era stato emesso un assegno circolare dell’importo di 250mila euro a favore del padre di Giuseppe Aiello. Il 26 settembre 2018 i soldi sono passati sul conto personale di Giuseppe Aiello con la causale “regalo padre”. Lo stesso giorno, Aiello ha trasferito parte del denaro ricevuto (100mila euro) su un altro conto corrente, sempre a lui intestato con la causale “giroconto per acquisto farmacia”. Con la medesima causale, il 12 novembre 2018, è stata trasferita la somma di 50mila euro e in data 3 dicembre 2018 quella di 100mila euro. «L’intero profitto è stato trasferito per l’acquisto di una farmacia» a Catanzaro, intestata alla società Farmacia Aiello srl.
Scrive il gip riguardo a questo caso in particolare: «Marco Scalzo tiene le fila di tutta l’attività illecita, Ortenzia Fabiano si presta quale erede fraudolenta in forza di un testamento riscontrato falso, Giuseppe Aiello funge da procuratore speciale della Fabiano». Un piano criminale architettato per appropriarsi della cospicua eredità di F. F.
Emerge anche un fitto scambio di messaggi tra Marco Scalzo e Giuseppe Aiello. Uno scambio macabro: «nominativi di soggetti in età avanzata per verificare la presenza di parenti in vita ovvero di cospicue eredità». «Io ho 18 nominativi», scrive Scalzo. E Aiello: «Lunedì passa dall’ufficio così li vediamo insieme».
«Ma è coniugato?», si chiedono riguardo un nominativo.
«Moglie morta», è la risposta.
Un balletto di informazioni per impossessarsi di ciò di cui non si ha diritto. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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