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Occhiuto chiede aiuto al prossimo governo: «Non impugni la legge che darà incentivi ai medici»

Il governatore a Sky: «Abbiamo bisogno di sanitari che rimangano nei Pronto soccorso e non dei “gettonisti” delle cooperative»

Pubblicato il: 17/10/2022 – 17:09
Occhiuto chiede aiuto al prossimo governo: «Non impugni la legge che darà incentivi ai medici»

CATANZARO «Mi aspetto che si chiariscano le difficoltà che ci sono state nei giorni scorsi. Mi pare che Berlusconi abbia tutta l’intenzione di farlo, mi pare ce l’abbia anche Giorgia Meloni. Come accade spesso nel centrodestra, i problemi si risolvono e si risolvono presto». Il governatore della Calabria Roberto Occhiuto si dice ottimista, davanti alle telecamere di SkyTg24, riguardo all’incontro chiarificatore in programma oggi tra i leader del centrodestra dopo gli ormai famigerati appunti in cui Silvio Berlusconi definiva Meloni una «con cui è impossibile andare d’accordo».
«Non ho sentito Berlusconi oggi ma lo sto sentendo spesso – dice ancora Occhiuto –. Berlusconi è il padre del centrodestra, l’ha fondato lui, figurati se Berlusconi rompe il centrodestra… Non esiste. Ho già spiegato nei giorni scorsi che Berlusconi si comporta appunto come il padre del centrodestra, a volte penso che se lui non avesse coinvolto a suo tempo Fini e Bossi nel centrodestra, se non avesse fatto della destra italiana una destra di governo oggi non ci sarebbe un centrodestra candidato a governare il Paese. Quindi a volte si comporta come il padre che pretende maggiore rispetto rispetto dai suoi figli politici, poiché ha fondato il centrodestra Berlusconi vuole che il centrodestra governi il Paese e dimostri di saperlo governare. Vedrà che l’incontro andrà bene».

«Medici cubani? L’alternativa era chiudere gli ospedali»

Occhiuto torna anche sull’arrivo dei medici cubani in Calabria. «Questa non è una soluzione – ripete –, la soluzione è determinata dai concorsi, stimo facendo un pacchetto di reclutamento per rendere più attrattiva lavorare in Calabria, è solo una risposta all’emergenza, una risposta temporanea, i medici cubani non ruberanno un solo posto di lavoro a italiani e calabresi, diamo loro 1200 euro più l’alloggio, che è pagato dalla regione così come i biglietti aerei per andare e venire da Cuba». Il governatore ricorda i termini dell’accordo: «Non avranno un contratto a tempo determinato, si tratta di un distacco internazionale, e l’accordo è fatto con la società del governo cubano che ha offerto medici a 70 Paesi e anche all’Italia nella fave cita della pandemia. In quell’occasione nessuno si lamentò, anzi venne celebrato come un grande accordo, qualcuno addirittura propose di dare il premio Nobel a questi medici per l’aiuto al nostro Paese. Oggi invece ci si lamenta forse perché abbiamo toccato interessi come quelli delle cooperative a gettone. Perché l’abbiamo fatto? Perché l’alternativa senza una soluzione di emergenza era chiudere gli ospedali. Io ho ereditato una sanità in macerie, governato negli ultimi 12 anni dal governo nazionale, e allora propria nella fase nella quale diventa difficile per tutte le Regioni trovare dei medici ho sperimento che in Calabra era ancora più difficile, avendo un sistema sanitario poco attrattivo».

«Una vita salvata vale molto più delle polemiche»

Il governatore ritorna anche sulle critiche sollevate da un gruppo di parlamentari europei, per i quali l’intesa chiusa con Cuba sarebbe una sorta di caporalato legalizzato. «Ai medici – risponde Occhiuto – arrivano 1200 euro, più l’alloggio e il biglietto e poi i 3.500 euro che si dà alla società cubana una parte comunque dovrebbe andare ai medici. Non si tratta di un accordo di somministrazione di lavoro, perché è un distacco transnazionale, però ci sono casi che somigliano a questi, che a esempio sono quelli del lavoro interinale o di somministrazione, nei quali l’amministrazione paga una società e la società “offre” il lavoratore».
«Lavoreranno con gli stessi diritti dei medici italiani – continua Occhiuto –, c’è grande entusiasmo da parte dei medici cubani, ci sono arrivati tanti curricula. Peraltro i curricula passano dall’ambasciata italiana a Cuba, nel senso che io ho preteso che ci fosse il coinvolgimento dell’ambasciata italiana, della Farnesina. I titoli sono verificati in ragione di una norma nazionale che noi abbiamo utilizzato, norma norma poi è stata prorogata, in una fase di eccezionale crisi. E la Calabria ha una condizione della sua sanità che è strutturalmente in crisi per cui ho utilizzato questa norma facendo tutto quello che la legge mi consente d fare. Quelli che si lamentano perché non vengono in Calabria a lavorare e a tenermi aperti gli ospedali? Per me una vita salvata anche da un medico cubano vale molto più di mille polemiche. Io quindi vado avanti con grande determinazione perché credo che sia mio dovere farlo».

«Il governo non impugni la legge che darà incentivi ai medici»

«Chiederò al nuovo governo nazionale di non impugnare una legge che farò tra qualche giorno in consiglio regionale e che dispone che 100 euro all’ora io li possa dare ai medici che già stanno negli ospedali calabresi e vanno a lavorare nei pronto soccorso invece di darli alle cooperative che in Calabria chiedono 150 euro all’ora e nel resto d’Italia 130». Sempre sul tema della sanità, Occhiuto anticipa a Sky i suoi intenti normativi e una richiesta al prossimo esecutivo. «Un medico incardinato nel pubblico – ricorda – costa tra 6mila e 7mila euro al mese, se noi facciamo dimettere questo medico a causa delle condizioni di disagio che ci sono nei pronto soccorso e questo va a lavorare nelle cooperative e costa 50mila euro significa che togliamo 43mila euro alla cura dei cittadini, è una cosa intollerabile». Allora, argomenta, «preferisco dare 100 euro ai medici che hanno deciso di lavorare in Calabria e non si dimettono purché vadano a lavorare nei pronto soccorso anziché darli a gettonisti che stanno lì un giorno e non il giorno dopo. Ecco, il governo deve consentirci intanto di fare questo. Io vorrei poi che consentisse alla mia regione di poter pagare i medici e dare degli incentivi in termini di carriera così come si fa giustamente per i magistrati quando vengono in Calabria perché è area disagiata».

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