COSENZA L’ex consigliere regionale e comunale Carlo Guccione denuncia i mali della sanità calabrese, in un libro “L’amara verità”, edito da Luigi Pellegrini, al centro di un dibattito di politico, scientifico e culturale, al Ridotto del Teatro “Alfonso Rendano” di Cosenza. A confrontarsi sul libro, oltre a Sebastiano Andò, Professore Emerito di
Patologia generale all’Università della Calabria, al Sindaco di Cosenza Franz Caruso, al Presidente Provinciale dell’Ordine dei Medici di Cosenza, Eugenio Corcioni, anche il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando.
Le domande e i temi che l’autore pone a fondamento del suo lavoro, vengono ciclicamente riproposte quando si affronta il nodo legato alla sistema sanitario calabrese: dalle ragioni che impediscono ancora oggi di quantificare il debito della sanità regionale, alle ingenti risorse dilapidate a quelle, altrettanto rilevanti, perdute per incuria o incapacità politiche e amministrative, alle altre ancora disponibili, fino alle fatture pagate più volte, tutti temi finiti al centro dell’inchiesta “Sistema Cosenza” coordinata dalla Procura di Cosenza. Il gup del Tribunale di Cosenza, Piero Santese, al termine di una lunga camera di consiglio ha deciso il rinvio a giudizio di 16 persone tra manager, ex commissari e dirigenti dell’Asp bruzia. Le colpe – secondo Guccione – sono da attribuire anche allo Stato, «che ha responsabilità pesanti, visto che sotto la gestione commissariale, durata dodici anni, la situazione è notevolmente peggiorata». E oggi, la situazione – avverte Guccione – «continua ad essere molto grave. Tra interessi illeciti, incredibili vicende burocratiche, pronto soccorso ingolfati, assurde attese per cure, esami diagnostici e visite specialistiche, medici e infermieri in numero ridotto, costretti spesso a lavorare in condizioni proibitive». Sulla sanità, interviene il ministro Orlando. «Il governo non ha dato un grosso contributo. La stagione dei commissariamenti, come illustra molto bene il libro di Guccione, non ha favorito la riduzione del debito».
La presenza del ministro Andrea Orlando, inevitabilmente sposta i riflettori sull’attualità politica e dunque sul futuro del Pd, dopo il drammatico risultato elettorale alle recenti Politiche. «Il Pd deve riflettere della sua identità, deve decidere da che parte stare nel conflitto sociale, come intende combattere le diseguaglianze, penso sono queste le risposte necessarie e bisogna darle subito», dice Orlando. Che aggiunge: «Dobbiamo parlare di come trattare il malessere attuale degli italiani e le situazioni difficoltà di alcuni settori delle imprese del lavoro, quindi affrontare il tema bollette e il salario minimo». Il ministro allontana i discorsi legati al futuro segretario, al Congresso, ed ai possibili duelli legati alla nuova leadership del partito. «Sarebbe ingeneroso dire che il Pd non è presente, forse è il partito più radicato ancora oggi. Il problema è però con quali parole d’ordine si torna a ricostruire un rapporto con la società. Da dirigente ho espresso le mie valutazioni prima del voto, qualcuno le ha tenute in considerazione, altri no». Tuttavia, continua Orlando «il malessere non è solo la conseguenza degli errori commessi in campagna elettorale, ma si tratta di una difficoltà legata alla mancata chiarezza nell’identità che risale nel tempo».
Sul nuovo governo, Orlando esprime un giudizio lapidario. «Spero che non sia in continuità con le prime scelte che sono state compiute su Camera e Senato. Non credo di essere l’unico a sperarlo».
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