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Pasolini e Gerocarne: una mostra per ricordare un legame che non si è mai spezzato

Una mostra didattica e divulgativa per raccontare il percorso che portò l’intellettuale friulano ad Ariola. Dove aiuto a realizzare il ponte sul vallone

Pubblicato il: 17/10/2022 – 12:59
Pasolini e Gerocarne: una mostra per ricordare un legame che non si è mai spezzato

GEROCARNE Nell’anno del centenario della nascita di Pasolini “La Cineteca della Calabria” e il Comune di Gerocarne in collaborazione con l’associazione Nish, organizzano una serie di manifestazioni che prendono il via, dal 21 di ottobre, con la mostra fotografica, curata da Eugenio Attanasio e Antonio Renda Pasolini, la Calabria, il cinema Itinerari emotivi tra Gerocarne e la frazione Ariola, che furono oggetto della visita del poeta e del suo personale sostegno.

Una mostra didattica e divulgativa del percorso che portò il poeta friulano ad Ariola di Gerocarne, dove mise mano al portafogli e donò la somma di cinquantamila lire per aiutare a costruire il desiderato ponte su un vallone, che potesse unire Ariola ad Arena. Nella ricorrenza verrà inaugurato il ponte che unisce le due frazioni, oggi carrabile e intitolato al Poeta Friulano. Il rapporto di Pasolini con la Calabria era iniziato nel 1959, a Roma, Per Successo, il mensile milanese diretto da Arturo Tofanelli, accettò di realizzare un reportage da pubblicare a puntate sui litorali italiani in piena stagione balneare. Al volante della sua Fiat Millecento, accompagnato dal fotografo Paolo Di Paolo, iniziò il suo periplo per la Calabria e le sue spiagge.
Sulla strada per Crotone incontra, illuminati dal sole, due uomini che gli fanno segno di fermarsi. Arriva a Cutro, che definisce “il paese dei banditi”, beccandosi la querela del sindaco di Cutro proprio nei giorni in cui il suo romanzo “Una vita violenta” riceveva il Premio Crotone per la narrativa. Poi per fortuna tutto rientrò, la querela fu archiviata e soprattutto ci furono le spiegazioni.
Pasolini scrisse lettere aperte e accettò incontri chiarificatori con intellettuali e studenti Cutresi. Per lui – spiegò – «il termine “banditi” voleva dire “emarginati”, uomini banditi dalle classi dominanti che li sfrutta». Tornò infatti a girare spesso in Calabria, proprio a Crotone e nelle vicinanze, alcune parti di Comizi d’amore (1963) e Il Vangelo secondo Matteo (1964, le scene del lago Tiberiade). In questi anni frequenta molti intellettuali come Francesco Leonetti, Leonida Repaci, Mario Gallo con il quale collabora scrivendo testi per i suoi documentari.
Era di famiglia calabrese Ninetto Davoli, che accompagnò a lungo la sua vita e partecipò a gran parte della sua filmografia, erano calabresi la Madonna giovane de Il Vangelo (Margherita Caruso) e San Tommaso (il partigiano Rosario Migale). In quegli anni P.P.P. conobbe vari esponenti della cultura regionale, tra cui lo scrittore Serrese Sharo Gambino e il regista e sceneggiatore vibonese Andrea Frezza. Questi lo accompagnarono alla scoperta delle realtà contadine dell’entroterra della Calabria centrale. Una mostra che verrà circuitata nelle Scuole Calabresi per far conoscere la storia e il rapporto con la Calabria di uno dei più grandi intellettuali Italiani del XX secolo.

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