MILANO «Non riteniamo che ci siano elementi tali da ritenere profili di responsabilità in capo a Silvio Berlusconi per tutte le imputazioni che gli sono state ascritte, una unica formula si applica a tutte le imputazioni, ed è “il fatto non sussiste”». È quanto ha ribadito, al termine della sua arringa al processo “Ruby ter”, l’avvocato Federico Cecconi, legale di Silvio Berlusconi, imputato con altre 28 persone per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Il difensore ha citato il caso dell’ex direttore del Fmi Dominique Strauss-Khan, finito a processo in Francia con l’accusa di violenza sessuale. «Il suo difensore – ha precisato l’avvocato Cecconi – davanti al procuratore generale di Lille ha esordito dicendo che in aula “si lavora con il codice penale e non con il codice morale”».
Invito che l’avvocato Cecconi ha rivolto anche ai giudici della settima sezione penale, che saranno chiamati a pronunciare la sentenza nei confronti dell’ex premier. «Il rischio altrimenti – ha messo in guardia il legale – è che si passi dal codice penale al codice penale d’autore». Si tornerà in aula il prossimo 2 novembre e la parola passera all’avvocato Franco Coppi, co difensore del Cavaliere.
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