CORIGLIANO ROSSANO Il Museo diocesano e del Codex Purpureus Rossanensis, compie 70 anni. La ricorrenza è stata celebrata il 18 ottobre in occasione dell’iniziativa “Sfogliando il Codex”, il momento divenuto ormai prestigioso ed atteso, in cui si apre la teca che conserva l’antico manoscritto purpureo per sfogliarlo ed esporre una nuova miniatura.
Per festeggiare il compleanno del Museo diocesano più antico della Regione – inaugurato il 18 ottobre 1952 – tra i più “anziani” d’Italia, la direzione del museo ha deciso di celebrare il momento invitando tutti i direttori dei musei diocesani calabresi.
L’idea di festa con gli altri musei e con il territorio, non si fermerà al solo momento dello “sfoglio” ma proseguirà creando un legame che accompagnerà le attività del museo che si terranno nell’arco di un anno, con eventi diversificati, per chiudersi il 9 ottobre 2023, data in cui ricade l’ottavo anno del riconoscimento del Codex Purpureus Rossanensis quale patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
Dopo la cerimonia con tutti i direttori, nella Sala degli Stemmi dell’Arcidiocesi si è tenuto un incontro in cui si sono ripercorse le tappe storiche del museo dell’Arcidiocesi di Rossano –Cariati, dalla nascita al nuovo allestimento, con alcune delle figure che hanno accompagnato la sua evoluzione negli anni.
All’incontro sono intervenuti don Pino Straface, direttore del Museo diocesano e del Codex, Alessia Alboresi, assessore alla Cultura del Comune di Corigliano Rossano, Filippo Demma, direttore regionale dei musei calabresi, Paolo Martino, direttore dell’Ufficio regionale Beni Culturali Ecclesiastici della CEC, Giovanni Gardini, presidente dell’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani, mons. Luigi Renzo, vescovo emerito di Mileto-Nicotera-Tropea, già direttore del museo, Antonio Aprelino, vicedirettore dell’Ufficio Beni culturali, Cecilia Perri, vicedirettrice Museo diocesano e del Codex, con le conclusioni affidate a mons. Maurizio Aloise, arcivescovo di Rossano-Cariati.
«I 70 anni del museo diocesano rappresentano un momento importante, perché in questi decenni il museo ha custodito tesori preziosi della nostra diocesi e della nostra regione – ha dichiarato l’arcivescovo, mons. Maurizio Aloise – e tra questi vi è certamente il Codex. Mi piace pensare che quanti, in 70 anni, si sono impegnati per custodire e restaurare le opere d’arte, sono passati alla storia della Chiesa attraverso la porta dell’arte che resta privilegiata per l’annuncio del Vangelo».
«La ricorrenza che celebriamo alla presenza dei direttori dei musei diocesani calabresi vuole essere un invito forte a credere nella custodia del nostro patrimonio artistico, ma anche la presa di coscienza con cui quei tesori rappresentano la strada per l’annuncio della fede».
Il museo diocesano di Rossano, inaugurato il 18 ottobre 1952 «per volere di mons. Giovanni Rizzo – ha sottolineato Cecilia Perri – è il più antico della Regione. Abbiamo deciso di celebrare questa data condividendola con gli altri musei diocesani in un momento come quello dello “sfoglio”, ormai divenuto un evento prestigioso, che prevede l’apertura straordinaria della teca. E lo abbiamo fatto condividendo il momento con tuti i direttori degli altri musei con i quali, ci auguriamo, si possa creare maggiore sinergia». (l.latella@corrierecal.it)
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