Riceviamo e pubblichiamo.
Gentile direttore,
con riferimento all’articolo pubblicato sul Suo giornale dal titolo: Lamezia, l’ombra della speculazione sull’ex Cantina sociale rivenduta al triplo. «C’era già un accordo», preme al sottoscritto, in qualità di amministratore della società A.C. 1931 s.r.l., senza voler entrare nella polemica politica, chiarire alcuni aspetti della vicenda. Innanzitutto non vi è stata alcuna speculazione immobiliare.
L’immobile è stato pagato 1.230.000,00. La A.C. 1931 s.r.l. ha poi sostenuto spese ulteriori per un importo di euro 1.200.000 circa e specificatamente: 600.000 euro per l’abbattimento dei fabbricati e lo smaltimento dei materiali di risulta, 110.000 euro per l’acquisto di un terreno adiacente, 90.000euro per spese tecniche, oltre 320.000 euro per spese notarili, oneri di urbanizzazione e imposte, oltre agli interessi finanziari. Dunque un investimento complessivo di oltre 2.400.000 euro.
L’immobile è stato poi rivenduto, comprensivo del terreno adiacente acquistato, per un importo di euro 2.960.000 oltre iva al 22%. Come facilmente desumibile, l’utile della società è stato, dunque, inferiore al 20 per cento. Non si comprende quale sia stata la speculazione ed è, dunque, falsa la notizia emersa dalla conferenza stampa, di una vendita al triplo del prezzo pagato. La legittima dialettica politica, infatti, non può essere esercitata, come accade ormai da molti mesi, raccontando sulla vicenda dell’ex cantina di Sambiase mezze verità.
In ultimo, la polemica stupisce anche in ragione del fatto che l’immobile è stato acquistato, non attraverso una trattativa privata, ma ad un’asta pubblica al cui avviso, integrale o per estratto, è stata data massima eco e pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Lamezia Terme e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, dando così a chiunque la possibilità di parteciparvi.
Nel ringraziarla per lo spazio che avrà voluto concederci, La saluto cordialmente.
Armando Curto
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