Gli Italiani devono essere grati alla senatrice Liliana Segre per avere ricordato Giacomo Matteotti, simbolo dell’antifascismo e “capofila” di una “lunga lotta per la libertà”.
Il deputato socialista, ucciso il 10 giugno 1924 dalla Ceka fascista, fu eliminato per avere pubblicato sul periodico “Echi e Commenti” un articolo anonimo, in cui denunciò gli intrallazzi in corso sulle case da gioco e sui traffici del petrolio.
Fu quello l’anno in cui il deputato calabrese Ignazio La Russa, avvocato come il nuovo presidente del Senato, divenne il 3 luglio dello stesso anno sottosegretario dell’Economia Nazionale.
Benito Mussolini lo premiò per avere abbandonato il gruppo di “Democrazia Liberale” ed essere diventato un adepto del nuovo regime. Ma i servizi resi a Mussolini risalgono al 10 giugno del 1922, quando pronunciò un discorso alla Camera favorevole all’elezione di due deputati filofascisti, avvenuta nella Circoscrizione di Catania.
Il 30 maggio 1924 Matteotti intervenne alla Camera e chiese l’annullamento delle elezioni a causa di intimidazioni e violenze. L’episodio, e l’affare dei petroli che Matteotti stava per denunciare alla Camera, fu sicuramente all’origine della sua morte.
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