LAMEZIA TERME Doveva essere un incontro tra la politica e i cittadini, un confronto tra le istituzioni e il mondo professionale utile per dare risposte ad un’intera città. Ma così non è stato. L’evento organizzato a Lamezia Terme dai due consiglieri di minoranza, Mimmo Gianturco e Rosy Rubino, dedicato al PSC è servito innanzitutto a rimarcare la distanza tra l’amministrazione comunale lametina e la comunità, poi a rimarcare tutti i difetti e i punti critici di un piano che non piace proprio a nessuno.
Assenti – nonostante l’invito – il sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro, il vicesindaco Antonello Bevilacqua, il presidente del Consiglio comunale, Giancarlo Nicotera, ma anche l’assessore al ramo, Francesco Stella. Quello del PSC è però un tema urgente e molto sentito dalla città, in vista del prossimo passaggio in Consiglio comunale dopo l’iter delle commissioni. La storia della redazione del piano a Lamezia ha origini quasi remote – marzo 2009 – ed è stato poi adottato a febbraio del 2015 in Consiglio comunale ma con una maggioranza relativa (12 voti favorevoli sui soli 15 presenti). Oggi, nonostante le tante criticità segnalate in questi anni, si sta riprendendo un percorso interrotto tante volte e che non tiene conto dell’evoluzione della città di Lamezia Terme, del numero di fabbricati (400) oggetto di ordinanza di demolizione e dell’assenza di un piano traffico necessario per una città in netta espansione nel corso degli ultimi anni.
«Abbiamo deciso di organizzare questo incontro perché – spiega al Corriere della Calabria il consigliere Mimmo Gianturco – riteniamo che su temi fondamentali e strategici per lo sviluppo del territorio, bisogna discuterne con tutta la cittadinanza e non solo nelle stanze dei bottoni. Abbiamo invitato il sindaco, l’assessore all’Urbanistica, tutti i consiglieri comunali, tutta la Giunta e abbiamo invitato anche tutti gli ordini professionali a venire qui, a discutere di questo piano strutturale comunale, uno strumento urbanistico tanto atteso dalla città e purtroppo non si sono presentati». «Sono comunque contentissimo della folta partecipazione di tecnici nonostante, purtroppo, il diniego arrivato da parte degli ordini professionali che non ho capito, ma continueremo a discutere di questo di questo tema, possibilmente ancora fra la gente e perché no, cercheremo di portare la discussione prima di un eventuale approvazione anche in consiglio comunale, magari con un ordine del giorno, e magari lì potrebbero anche partecipare gli ordini professionali, noi ce lo auguriamo». «Gli ordini professionali – ha spiegato Gianturco – sollecitavano interventi e confronti su percorsi istituzionali senza capire che noi consiglieri comunali rappresentiamo le istituzioni del territorio e tutti i cittadini del territorio della città di Lamezia Terme».
«Il piano strutturale comunale riteniamo sia uno strumento urbanistico purtroppo datato – ha spiegato ancora Gianturco – quindi bisogna trovare il modo per ammodernarlo o comunque per renderlo quantomeno più partecipato a tutti gli ordini professionali, con le categorie e bisogna capire qual è la visione di sviluppo del territorio perché sta diventando soltanto uno strumento che decide e norma il quadro delle costruzioni. Non è questo che non ci aspettiamo da un piano strutturale comunale, ci aspettiamo invece politicamente si dia una direzione alla città e in questo piano strutturale che è datato purtroppo non ne vediamo». «Non essendoci una visione della città futura sono limitate anche che sono le vocazioni naturali della nostra città come il commercio, l’artigianato, l’imprenditoria. Quindi tutte queste categorie purtroppo restano tagliate fuori da quello che è il piano strutturale comunale in una logica strategica di sviluppo del territorio, noi invece vogliamo che siano portate delle valutazioni successive, delle variazioni o comunque integrazioni a questo piano strutturale che possono prevedere un reale sviluppo del territorio. Rischiamo di rimanere ingabbiati per i prossimi 50 anni e la città non merita questo, ma merita sviluppo reale».
«L’obiettivo – ha spiegato poi la consigliera Rosy Rubino – è quello di informare la Città sui contenuti di uno strumento urbanistico che dovrebbe studiare a fondo il territorio per valorizzarne le vocazioni. E’ necessario che la Città e i cittadini vengano coinvolti nei processi decisionali e di sviluppo. E’ questa una tendenza che dovremo perseguire sempre con costanza e determinazione». «A distanza di più di sette anni dalla sua adozione in Consiglio comunale – precisa Rubino – sono intervenute mutazioni strutturali e normative sul territorio. Bisognerebbe capire da parte degli organi di governo comunale come queste mutazioni strutturali e normative siano state recepite dal Piano Strutturale Comunale, discusso in questi giorni in Commissione. In ogni caso l’auspicio è che l’incontro di oggi possa aprire una pagina di democrazia, buona politica e sano confronto tra cittadini, amministratori, tecnici e professionisti».
Nel corso della serata e del confronto sono emerse ulteriori critiche, come ad esempio la continua espansione della città verso la montagna e non verso il mare, dimenticando gli enormi spazi pianeggianti, la vicinanza con il mare e la costa tirrenica e, soprattutto, la centralità dell’aeroporto. Ma, più di tutto, a mancare è forse una vera “visione” della città e una proiezione ideale verso il futuro. Su questo punto è intervenuto, in particolare, il consigliere Ruggero Pegna: «I cittadini – ha detto – attendevano risposte ma c’è un altro argomento importante ovvero il significato del principale strumento urbanistico di una città che guarda al futuro, perché il PSC è una visione, è creatività, è immaginazione. Lamezia Terme dovrebbe svilupparsi verso il mare in un futuro che chiude il cerchio di integrazione dei tre comuni con le Terme di Caronte e il lungomare attraverso Viale San Bruno, con infrastrutture che ci proiettino da quel lato. Mi auguro che in futuro si possa passare ad una fase di nuova progettazione, superando le logiche del passato. Certo, non bisogna annientare le zone agricole dall’area, poi c’è una discarica che non si capisce in che modo possa integrarsi in una logica di sviluppo urbanistico di Lamezia Terme. E per questo invito l’assessore Stella a lavorare per un futuro in cui si possa ragionare in modo diverso e con strategie di utilizzo del territorio che siano condivise». (redazione@corrierecal.it)
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