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il rogo a catanzaro

«Abbiamo il cuore a pezzi». Lo strazio dei volontari che aiutavano la famiglia vittima del rogo

Il racconto di Romeo, presidente di “Un Raggio di sole”. Il caso del ragazzo autistico e le proteste contro Regione e Comune

Pubblicato il: 22/10/2022 – 12:12
«Abbiamo il cuore a pezzi». Lo strazio dei volontari che aiutavano la famiglia vittima del rogo

CATANZARO «Abbiamo il cuore a pezzi». Pietro Romeo, presidente associazione “Un Raggio di sole”, conosce bene la famiglia Corasoniti. «Venivamo a portare alimenti e vestiario – spiega –, siamo stati alla festa di Saverio quando ha compiuto 18 anni. Era una famiglia speciale: questa è una tragedia che non si può dimenticare». Saverio, 22 anni, è una delle vittime del rogo. Era autistico e il suo caso era stato segnalato circa un anno fa da alcune associazioni in una nota indirizzata al Comune e alla Regione Calabria. “Un Raggio di sole” se n’è occupata a lungo: «Lo abbiamo accompagnato a scuola anche quando gli istituti non avevano ancora sbloccato i contributi. Tutti ci eravamo affezionati a lui e ai suoi fratelli. Bastava il loro sorriso – quando arrivavamo qui con il pulmino a portare aiuti – a riempirti il cuore, erano genuini, gente umile». E «vivevano gravissime difficoltà – dice ancora Romeo –, avevano veramente bisogno, come tanti altri in questa zona, che è molto difficile. Qui il Comune deve intervenire, non può girarsi dall’altra parte». Un quartiere dimenticato in cui la gente bisognosa si sente sola. In cui «una tragedia del genere – sono sempre parole di Romeo – non so se fosse annunciata, ma di sicuro poteva capitare ed è capitata». 

Il caso del ragazzo autistico e le proteste contro le istituzioni

Il padre delle vittime, Vitaliano, aveva protestato proprio per evidenziare il caso di Saverio, ripreso nella nota indirizzata dalle associazioni alle istituzioni. In quel testo, le associazioni lamentavano «un atteggiamento» che «ignorando fondamentali principi costituzionali, il dovere di contribuire a rimuovere ogni ostacolo di ordine economico e sociale che limita la libertà e l’eguaglianza di ogni cittadino, ne impediscono di fatto il loro pieno sviluppo, l’effettiva partecipazione, non ultimo il personale diritto di poter contribuire, in relazione alle proprie capacità, oltre le personali disabilità e diversità, allo sviluppo economico e sociale della propria comunità». 
Parole che si riferivano a un video pubblicato su facebook proprio dal padre di Saverio, Vitaliano, che si era rivolto all’amministrazione comunale per avere informazioni di una richiesta protocollata da diversi mesi. «Vogliamo porre anche noi alla vostra attenzione l’annosa vicenda di Saverio Corasaniti, un ragazzo di 21 anni residente nel Comune di Catanzaro, e di tutti i Saverio affetti dalla sindrome dell’autismo residenti nella bellissima Calabria, già provati da una pesante situazione, determinatasi a causa anche dalla attuale pandemia, che ha aggravato purtroppo lo stato generale dei propri nuclei famigliari, contribuito ancor più al loro isolamento, stato d’ansia e depressione». 
«Incredibile a nostro modesto parere – scrivevano le associazioni – quanto di negativo sta succedendo lì a Catanzaro, in particolare il fatto di un’amministrazione e un’organizzazione di servizi locali, non in grado di attivare in particolare progetti di vita e di sostegno, politiche proattive a tutela di ogni fragilità e povertà, costituzionalmente garantiti, previsti e disposti dalle leggi e dai decreti attuativi, nazionali, regionali, provinciali e comunali. Violazioni di legittimi diritti atti a garantire, sviluppo, pari opportunità e dignità, a tutte le persone portatrici di disabilità e fragilità, ammettendo, e questa per noi è pure un’ulteriore aggravante, palesemente di non conoscere aspetti ed effetti della sindrome dell’autismo, in particolare, di non essere in grado di utilizzare le risorse già a disposizione per lo scopo, di attivare il no-profit e volontariato sociale che se ne occupa in loco (associazioni e fondazioni), di valorizzare reti e risorse territoriali ed extraterritoriali competenti, che devono solo essere maggiormente coinvolte, coordinate e sostenute».

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