CATANZARO Nessun ministro calabrese nel governo Meloni. Ma, stando a un retroscena pubblicato da Il Giornale – solitamente bene informato su ciò che accade dietro le quinte di Forza Italia – il deputato Giuseppe Mangialavori sarebbe stato molto vicino al dicastero per il Sud (poi diventato anche ministero per il Mare). Nel pomeriggio di venerdì, secondo la ricostruzione del quotidiano diretto da Augusto Minzolini, a Villa Grande Berlusconi e suoi erano ancora impegnati a discutere delle postazioni chiave nel primo pomeriggio, poco prima del colloquio di Giorgia Meloni con Sergio Mattarella.
Berlusconi, assieme al proprio inner circle, è al lavoro fino all’ultimo per ottenere il più possibile per Forza Italia.
«Sull’Appia Antica – si legge nel retroscena – è con il capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo e il portavoce neodeputato Paolo Emilio Russo, mentre a trattare con Ignazio La Russa sono il vicepresidente Antonio Tajani e Licia Ronzulli. Il telefono è incandescente. Il Cavaliere incassa la conferma per Tajani vicepremier oltre che ministro degli Esteri, che sembrava in bilico, ma deve rinunciare alla Giustizia e pure allo Sviluppo economico. Propone per il ministero del Sud due nomi, Francesco Paolo Sisto e Giuseppe Mangialavori, ma non passano. Mentre entra inaspettatamente Paolo Zangrillo, fratello del medico del Cav, alla Transizione ecologica. Sono gli ultimi aggiustamenti, poi viene dato il visto finale ai 5 ministri, che devono bilanciare il peso rispetto a Lega e Fdi». Così sfuma la nomina di quello che sarebbe stato l’unico ministro calabrese, a cui è stato preferito l’ex governatore siciliano Nello Musumeci, in quota Fratelli d’Italia. E a seguito di un ragionamento che doveva forzatamente tenere conto del numero di ministeri riservati ai forzisti e, altrettanto forzatamente, delle tensioni registrate nei giorni scorsi attorno al nome di Ronzulli e alle dichiarazioni di Berlusconi sul conflitto in Ucraina.
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