CATANZARO Dodici colpi di pistola sparati in pieno giorno per “difendere” il proprio diritto a governare la piazza di spaccio in viale Isonzo. È l’ipotesi più battuta per ricostruire le cause del Far West scatenato ieri nella periferia sud di Catanzaro. A poche centinaia metri dal luogo in cui tre giovanissimi hanno trovato la morte per una tragedia della povertà, la criminalità ricorre ai proiettili per tutelare i propri traffici illeciti. Tre i feriti per un agguato nel quale, secondo quanto si apprende, la vittima designata era una sola, un giovane legato alla criminalità rom del capoluogo, ferito al torace (per lui è stato necessario un intervento al polmone). Questo il sommario quadro investigativo che fa sorgere preoccupazioni e inquietudini. Una delle ipotesi sul tavolo è, infatti, che il gruppo di fuoco sia entrato in azione per un regolamento di conti nell’ambiente dello spaccio e che gli spari possano innescare un’escalation. Per gli agenti, ieri pomeriggio, non è stato facile mantenere l’ordine pubblico nell’area della sparatoria, con decine di persone scese in strada e la tensione salita alle stelle in un quartiere considerato zona franca per lo smercio di stupefacenti. I soldi legati al narcotraffico sono propellente per la criminalità organizzata e il vuoto di potere è uno sfondo poco rassicurante. Il segretario nazionale del sindacato Fsp Polizia di Stato, Giuseppe Brugnano, ha chiesto «risposte concrete in termini di sicurezza e legalità in una zona del capoluogo di regione esposta fortemente». Zona in cui «non sono mai stati compiuti interventi adeguati, oltre al lavoro encomiabile della Forze di Polizia impegnate nel tentare di garantire la sicurezza del quartiere». (redazione@corrierecal.it)
x
x