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L’inchiesta

Diffondevano immagini di abusi su bimbi, nei guai sette ragazzini

Operazione della polizia postale a Pescara. Al vaglio la posizione di altri 22 minori

Pubblicato il: 24/10/2022 – 12:59
Diffondevano immagini di abusi su bimbi, nei guai sette ragazzini

PESCARA Sette minori, di età compresa tra i 13 e i 15 anni, tra cui una ragazza, sono stati denunciati dalla polizia poiché ritenuti responsabili di aver ricevuto e inviato, su diversi gruppi social, immagini di bambini, anche di tre o quattro anni, vittime di abusi sessuali. L’operazione, denominata Poison, è stata condotta dalla Polizia del centro operativo sicurezza cibernetica della Polizia postale di Pescara e coordinata dalla procura dei minorenni dell’Aquila. L’accusa è di diffusione e detenzione di materiale pedopornografico.

L’indagine

L’indagine, scaturita su impulso del Cncpo (Centro nazionale per il contrasto alla Pedopornografia online) del Servizio Polizia postale e delle Comunicazioni di Roma, trae origine da una segnalazione del Servizio Emergenza Infanzia 114, relativa alla condivisione, su gruppi social, oltre che di contenuti pedopornografici, anche di stickers-meme di carattere zoofilo, necrofilo, scat, splatter, nonché di violenza estrema, apologia del nazismo-fascismo, atti sessuali estremi e mutilazioni, atti di crudeltà verso essere umani e animali.
Immagini e video raccapriccianti di vittime innocenti il cui dolore, invece di scuotere le coscienze, è stato oggetto di scherno, divertimento e condivisione da parte del gruppo di adolescenti. Gli investigatori della Polizia postale, con un lavoro certosino, hanno analizzato oltre 85.000 messaggi in cinque diversi gruppi social, allo scopo di identificarne gli autori. L’operazione ha coinvolto, nella fase esecutiva, anche i Centri operativi sicurezza cibernetica della Polizia postale di Puglia, Lazio, Lombardia e Campania.

Al vaglio la posizione di altri 22 minori

Restano tuttora al vaglio degli inquirenti le posizioni di ulteriori 22 minori che si sono limitati all’invio dei “meme” per possibili provvedimenti a protezione degli stessi, atteso il disvalore culturale e educativo emerso, anche con l’intervento dei servizi sociali a sostegno dei ragazzi e delle loro famiglie. L’operazione di oggi ha confermato un fenomeno dilagante tra i giovanissimi, i quali, spesso, nei contesti social banalizzano eventi terribili del passato o mostrano assoluta indifferenza per violenze e stupri, anche nei confronti di bambini piccolissimi; a volte si assiste a una gara a chi posta l’immagine più sprezzante o truculenta, al fine di stupire, all’insegna dell’esagerazione.

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