CATANZARO La Corte di Cassazione ha accolto l’istanza con la quale i difensori di Giancarlo Pittelli, di 69 anni, avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia, avevano chiesto l’annullamento della sentenza con la quale nel luglio scorso il Tribunale della libertà di Catanzaro aveva rigettato l’istanza per la rimessione in libertà del loro assistito, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa nel processo “Rinascita Scott” alle cosche di ‘ndrangheta del Vibonese in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme.
Pittelli, arrestato e condotto in carcere nel dicembre del 2019 dai carabinieri insieme ad oltre trecento persone nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura antimafia di Catanzaro, è tuttora ai domiciliari. La vicenda giudiziaria che coinvolge Pittelli è particolarmente contorta. Una prima istanza di rimessione in libertà presentata dai difensori di Pittelli, gli avvocati Salvatore Staiano, Giandomenico Caiazza e Guido Contestabile, al Tribunale di Vibo Valentia, davanti al quale è in corso il processo nell’aula bunker di Lamezia Terme, fondata sulla mancanza, per l’emissione della misura cautelare, del presupposto dei gravi indizi, era stata dichiarata inammissibile dai giudici.
I legali di Pittelli si erano quindi rivolti al Tribunale della libertà di Catanzaro, che avevano a loro volta rigettato la richiesta, giudicandola infondata. Da qui la decisione dei difensori di presentare ricorso alla Corte di cassazione, che ha annullato con rinvio la decisione dei giudici di Catanzaro, disponendo che lo stesso collegio si ripronunci sulla richiesta dei legali dell’ex parlamentare.
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