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Lamezia, il diritto per un parcheggio disabili diventa un’agonia lunga 8 mesi. «Continuano a prendermi in giro» – VIDEO

La storia e l’appello di una donna che attende un posteggio per la mamma in carrozzina. Marinaro: «Il sindaco intervenga»

Pubblicato il: 26/10/2022 – 20:19
di Giorgio Curcio
Lamezia, il diritto per un parcheggio disabili diventa un’agonia lunga 8 mesi. «Continuano a prendermi in giro» – VIDEO

LAMEZIA TERME «Chiedo solo un diritto, un diritto che mi viene negato da mesi». Un posteggio per disabili, a pochi metri dall’ingresso di casa. Un diritto che non è un privilegio, ma che con il passare dei mesi si è trasformato quasi in una preghiera disperata e inascoltata. Un incubo paradossale, un labirinto di carte, telefonate, richieste e inutili incontri con un solo finale: il rinvio di quindi giorni. Ancora e ancora, fino allo sfinimento.

La vicenda

Una spirale di sconforto e disperazione che arriva dal cuore della città di Lamezia Terme, in una traversa di via Garibaldi, nel centro storico di Nicastro e a pochissimi metri dalla chiassosa e animata movida lametina. Qui per Eugenia Cianflone e la propria mamma – affetta da diverse patologie (anche gravi) – e impossibilitata a spostarsi a piedi autonomamente senza l’ausilio della figlia e della sedia a rotelle, i giorni sono diventate settimane, le settimane si sono trasformate in mesi. Otto per l’esattezza, quelli cioè trascorsi dalla prima richiesta presentata al Comune di Lamezia Terme in carta bollata.

Un parcheggio per disabili

Quella di Eugenia è una storia comune a molte altre e per questo ugualmente importante. La storia di una piccola famiglia costretta suo malgrado a combattere, quotidianamente, con mille difficoltà, problemi di salute e disagi, mantenendo ove possibile sempre un sorriso che racchiude speranza nella vita e nelle istituzioni, sebbene sia sempre più flebile. E lo si intuisce dai gesti, dalle strette di mano, ma soprattutto dalla dedizione per una mamma in pessime condizioni di salute. Costrette entrambe a percorrere un tratto in discesa con la carrozzina, poi il trasporto di peso fino a pochi passi dall’uscio di casa. E poi il percorso inverso reso un inferno dalla calura estiva, e una traversata miracolosa sotto la pioggia che qui trasforma le strade in torrenti. Ecco, quindi, che un semplice parcheggio rappresenterebbe molto più di un’ancora di salvezza, ed è per questo che Eugenia lotta così tanto, finora inutilmente.

Un’attesa che dura da febbraio

Ai microfoni del Corriere della Calabria Eugenia sfoga tutta la sua frustrazione: «Avevo fatto la domandina per mia mamma che è disabile, una richiesta tutta documentata, tutto in regola perché ho protocollato e me l’hanno accettata». «Dopo un mese – ci racconta – ho chiamato in Comune e mi hanno detto di aspettare due settimane perché dovevano fare l’appalto. Dopo un mese, ho richiamato ancora una volta e mi hanno detto “fra due settimane veniamo”, e ancora nulla. Dopo un altro mese ho richiamato e mi ha risposto il responsabile dicendomi che aveva il Covid. Sono passati altri due mesi, ho lasciato trascorrere luglio e agosto e ho richiamato ai primi di settembre».

I continui rinvii

Passata la stagione estiva Eugenia si convince di poter ottenere finalmente il suo diritto e richiama ancora una volta in Comune. Ma la risposta non cambia, neanche stavolta: «Fra due settimane veniamo a farlo» e, dopo due settimane, del parcheggio neanche un piccolo segno. Una storia vertiginosa e assurda che è ancora ben lontana dal lieto fine perché la signora a fine settembre si reca direttamente dal vigile che l’aveva guidata a compilare la domandina iniziale che la invita a sua volta a recarsi al Comune dove riesce effettivamente a farsi ricevere, ottenendo in cambio sempre la solita risposta e il rinvio di altre due settimane. Insomma, dopo tutti questi mesi restano solo un pugno di promesse e rassicurazioni di circostanza, e il grido di due donne disperate: «Da 8 mesi va avanti questa storia, ora faccio un appello se per favore non so come dirlo mi fate questo parcheggio perché io sono in difficoltà per mia mamma disabile».  

Le difficoltà

«Io con la carrozzina riesco a scenderla da qua – ci indica una discesa ripida – e riesco a portarla fino alla porta a casa, a volte riesco a prenderla in braccio facendomi aiutare da qualcuno». «Però il parcheggio è più importante perché io la devo portare sempre in ospedale a fare dialisi, tante altre visite e quasi sempre sono costretta a lasciare la macchina anche fino a 5-600 metri di distanza perché è difficile trovare posto, specialmente nelle ore di punta e di sera. La mia difficoltà è proprio questa, qui siamo già sul corso e qua non c’è mai parcheggio, spesso devo lasciare in mezzo alla strada la macchina, fare scendere mia mamma e poi portarla a casa».

L’indifferenza

Una storia che si incrocia con la lentezza amministrativa e una macchina comunale che a Lamezia Terme pesa più che in altre parti. Una vicenda che si intreccia con l’ascolto e l’indifferenza, la compassione e la totale mancanza di rispetto delle regole civili. Basta fare pochi passi a piedi per accorgersi che i posteggi per disabili sono occupati da auto sprovviste del relativo permesso. A seguire il caso, ancora una volta, l’associazione “Malati Cronici”. «Come associazione – spiega Giuseppe Marinaro – siamo sempre vicini al malato, cerchiamo di difenderne i diritti ma questo è un caso veramente mortificante, non è possibile attendere 8 mesi per far per un lavoro di mezz’oretta, un quarto d’ora. Chiediamo al sindaco e all’assessore di prendere atto di questa testimonianza, guardate che cosa succede a Lamezia, guardate questa gente in che condizione viene trattata. Ma un po’ di vergogna si prova per queste cose? Ma come si fa?».  

L’appello: «Il sindaco prenda a cuore questa storia»

«Ma vi rendete conto? – si chiede ancora Marinaro – che cosa state facendo lì al Comune? Non vi fa male il cuore vedere queste cose? Sono sicuro che non è solo la signora che aspetta il parcheggio, ci saranno tanti altri casi di gente che sta aspettando il parcheggio per poter sostare vicino casa. Rendete la vita facile a queste persone che purtroppo ormai sono considerate le ultime di questa società». «I disabili devono essere sempre in prima fila, sindaco lei questo atto lo deve prendere subito a cuore, si deve provvedere subito, non aspettiamo l’inverno, non aspettiamo che questa gente muoia prima di risolvere il problema». Un appello disperato, insomma, sperando che venga ascoltato. (redazione@corrierecal.it)

La testimonianza e l’appello:

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