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Gallo: «Made in Italy e sovranità popolare, azioni politiche lungimiranti»

Ospite a L’altro Corriere Tv l’assessore regionale all’agricoltura. «Avrei potuto candidarmi alle Politiche ma ho preferito restare in Calabria»

Pubblicato il: 27/10/2022 – 7:38
Gallo: «Made in Italy e sovranità popolare, azioni politiche lungimiranti»

LAMEZIA TERME Dalla politica nel senso più stretto del termine, all’agricoltura. Di governo, ma anche di candidature, di sovranità popolare e del difficile momento che stanno attraversando i consorzi di bonifica, si è discusso, ieri sera, nel corso dell’approfondimento “L’altra Politica”. Ospite di Danilo Monteleone negli studi de L’altro Corriere Tv, l’assessore regionale all’Agricoltura e coordinatore provinciale di Cosenza, Gianluca Gallo.

«Mi auguro che la Calabria abbia rappresentanti al governo»

«Il centrodestra ha vinto le elezioni – ha esordito parlando di politica – ed ha ottenuto finalmente, dopo tanti anni, un giudizio chiaro da parte degli elettori. Adesso si appresta a governare con un premier donna, il primo nella storia dell’Italia repubblicana che ha le idee molto chiare. Giorgia Meloni ha formato un governo forte; naturalmente come in tutte le famiglie si discute, ci si confronta, in qualche caso si litiga. Forza Italia a livello nazionale non vanta i numeri calabresi, è in una condizione di debolezza e nonostante questo si è trovata una quadra. Mi auguro che la quadra la si trovi anche nella nomina dei sottosegretari, sperando che ce ne sia qualcuno calabrese e che tutto ciò possa essere utile al governo regionale guidato dal presidente Occhiuto».

«Roma o Catanzaro? Ho preferito restare in Calabria»

Proseguendo a parlare di politica, Gianluca Gallo ha svelato le ipotesi di candidatura in Parlamento. «Dopo essere stato due volte sindaco, quattro volte consigliere regionale, due volte assessore regionale, aver ottenuto l’ultima volta quasi 22mila voti, il mio partito avrebbe voluto candidarmi. Il presidente mi ha chiesto se avessi voluto farlo, io ho chiesto se a lui avesse fatto piacere e lui mi ha risposto che avrebbe preferito che fossi rimasto qui. Sono rimasto volentieri, dopo due anni di lavoro molto apprezzato. Avrei potuto candidarmi al Parlamento, ma credo di aver fatto la scelta giusta: i settori che guido non sarebbero stati felici. In Calabria si può dimostrare che la politica può fornire risposte, naturalmente c’è bisogno di un governo amico di una regione che deve recuperare posizioni. Abbiamo sfatato col Psr il luogo comune secondo cui al sud non si spendono i fondi comunitari. Siamo diventati i secondi per performance nella spesa. Se avessimo più soldi sapremmo cosa farne. Questo non basta, c’è bisogno di qualità attraverso quattro parole chiavi: cooperazione, formazione, innovazione, promozione».

«La sovranità alimentare? Azione lungimirante»

A proposito di cose romane, «il ministro Lollobrigida mi rassicura – ha sottolineato Gallo – sull’importanza che avrà, in sede di governo, il ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare. L’Italia non aveva pensato alla sovranità alimentare prima d’ora, che poi si è destata con il conflitto russo-ucraino a causa del quale ci siamo resi conto di non essere autosufficienti. Non lo è l’Europa non lo è l’Italia. Ed allora pensare che il valore primario, che è il prodotto agricolo in un settore primario mai curato adeguatamente in precedenza, grazie ad una particolare cura con una spesa importante attraverso fondi europei e nazionali, credo sia un obiettivo da raggiungere. Puntare sull’agricoltura in un Paese che ha tra i suoi elementi principali l’enogastronomia e la qualità delle produzioni, è un’azione di grande lungimiranza».

«Made in Italy e sovranità alimentare, due facce della stessa medaglia»

«La sovranità alimentare ed il made in Italy sono due facce della stessa medaglia. Da una parte le coltivazioni competitive, quelle intensive, dall’altra l’agricoltura e agroalimentare di nicchia che punti sulla qualità, quindi sul made in Italy», ha aggiunto l’assessore regionale all’Agricoltura.
«Le contraffazioni alimentari rubano diverse decine di miliardi di euro. Bisogna tutelare il made in Italy, che per fortuna continua ancora a piacere al mondo intero. Dobbiamo difendere produzioni che se individuate dal consumatore come calabresi, hanno un valore. L’idea che si combini la sovranità alimentare e la tutela del made in Italy, puntando sulla qualità, la reputo giusta. L’agroalimentare calabrese vanta un + 33% rispetto ai dati pre Covid ed i dati ci offrono lo spaccato di una grande attenzione verso la nostra regione, l’ultima terra da scoprire che suscita curiosità per la sapidità dei propri cibi e la qualità dei vigneti e degli olii. L’Italia non può uscire dalla crisi se non punta sul made in Italy di qualità, sul cibo, la moda, il design, tutto ciò per cui gli italiani sono invidiati».

Le due facce dei consorzi di bonifica

La cronaca di questi giorni sta raccontando i problemi vissuti dai lavoratori del consorzio di bonifica dello Jonio cosentino, da sette mesi senza stipendio ed in presidio di protesta permanente.
«Parto dalla premessa secondo cui ho grande rispetto per i consorzi di bonifica per il ruolo che rivestono fornendo l’acqua per l’agricoltura e la cura dei fossi di scolo per prevenire rischi idrogeologici, ovvero un ruolo fondamentale per l’economia calabrese. In questi anni – ha detto Gallo in proposito – sono stati guidati dagli agricoltori e non dalla Regione. Nel passato erano carrozzoni politici in cui assumere tantissima gente. Nei due anni di assessorato penso di aver dato ai consorzi di bonifica più di quanto non sia stato dato in passato, sia in termini di attenzioni che di risorse economico-finanziarie. Nei tempi migliori, quando c’era la lira, la Regione ne forniva ai consorzi 8 miliardi; per gli ultimi due anni 2020-21, daremo ai consorzi 4,4 milioni di euro, che significa 8 miliardi di vecchie lire e tutto questo in un contesto di grande difficoltà. Alcuni consorzi sono virtuosi, altri in deficit, il problemi reale insistono nella gestione della parte corrente, ovvero incassano meno di quello che spendono. Altri consorzi hanno fatto di peggio e nel corso degli anni hanno assunto dipendenti senza alcuna regola o senza passare da procedure selettive. In qualche caso questi dipendenti sono stati scelti in maniera da dover rispondere a logiche politiche che non sono di questo assessorato e di questo dipartimento. I problemi del consorzio dello Jonico cosentino sono venuti ormai fuori. Gli stipendi non erogati e i tfr non versati sono la punta di un iceberg di tante posizioni debitorie che finora non erano note. Il presidente Occhiuto vuole intervenire con una riforma di questi enti che avvieremo di qui a poco. È già pronto un testo base che si potrà migliorare ed emendare, sperando di coinvolgere le forze sindacali e le opposizioni consiliari».
«Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: i nostri consorzi – ha aggiunto Gianluca Gallo – hanno fatto un figurone nella programmazione Pnrr. Adesso bisogna passare alla fase esecutiva e per questo il presidente ha pensato ad una sovrastruttura che li accompagni».
«Ho ascoltato un’intervista del presidente del consorzio di bonifica dello Jonio cosentino che per giustificare sue mancanze dice di essere ostaggio del dipartimento agricoltura. Noi non ce l’abbiamo con nessuno – ha sottolineato – specialmente quando assistiamo a scene drammatiche come quelle a cui ho assistito a Trebisacce. Un lavoratore si è messo a piangere sulla mia spalla: come si può rimanere insensibili rispetto a questo dramma? Stiamo tentando di affrontare l’emergenza attraverso l’erogazione della seconda trance di 3 milioni di euro, pur dovendo considerare che le maestranze non sono dipendenti della Regione che ha il dovere di vigilanza. Nei prossimi giorni avvieremo un’azione ispettiva perché ci sono state segnalate dai sindacati tante manchevolezze. Non sono stati versati i contributi, non si eroga il quinto dello stipendio alle finanziarie. I satrapi che si ergono alla guida di repubbliche autonome sono degenerazioni che devono essere evitate. La salvaguardia e la messa in sicurezza dei consorzi di bonifica è fondamentale».

L’emergenza cinghiali

«I 65mila abbattimenti previsti nel piano per la peste suina africana non saranno sufficienti», ha poi spiegato l’assessore all’Agricoltura. «Nel programma del centrodestra abbiamo chiesto e ottenuto l’inclusione di un impegno formale sulla legge che regola le attività venatoria, prevedendo l’ampliamento della stagione venatoria di due mesi, almeno per la caccia agli ungulati».

«Tragedie come quelle di Catanzaro non devono più accadere»

Prendendo spunto dall’editoriale del direttore del Corriere della Calabria, Paola Militano che ha evidenziato come la tragedia consumatasi a Catanzaro si sarebbe dovuta evitare, l’assessore Gallo, anche nella sua veste politica, ha sottolineato la necessità di attivare maggiori e migliori misure nei servizi sociali. «Quella tragedia non doveva accadere, era noto che quella famiglia fosse marginalizzata. Dispiace tantissimo. È necessario agire in questa fase, sullo scorta della tragedia, per evitare che ne accadano altre». (redazione@corrierecal.it)

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