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Rapporto immigrazione 2022, in Calabria 849 stranieri in più: preoccupano scuola e calo demografico

Popolazione degli stranieri estremamente giovane, folta presenza di donne dell’Europa dell’Est. Entro il 2030 138.354 abitanti in meno in Calabria

Pubblicato il: 27/10/2022 – 11:01
Rapporto immigrazione 2022, in Calabria 849 stranieri in più: preoccupano scuola e calo demografico

LAMEZIA TERME A fine 2021, secondo i dati provvisori dell’Istat, la popolazione straniera residente in Calabria è pari a 93.845 unità, facendo registrare un incremento di 849 individui rispetto ai dati censuari del 2020. Nella graduatoria delle regioni per numero di residenti stranieri la Calabria scivola così al 14° posto, lasciando il 13° al Trentino-Alto Adige. L’incremento dei residenti stranieri si osserva in tutte le province ad eccezione del crotonese (-946): quella di Cosenza registra un aumento poco superiore alle 1.000 unità, seguita da quelle di Reggio Calabria (+432), Catanzaro (+271) e Vibo Valentia, con circa 40 stranieri in più. Sono dati estremamente significativi quelli diffusi oggi dal “Rapporto immigrazione 2022” e che riguardano, nello specifico, la Calabria, redatto da Roberta Saladino del Centro Studi e Ricerche Idos.

Gli aspetti socio-demografici

Tra i residenti stranieri – è scritto nel report – il rapporto tra i generi risulta comunque equilibrato, con una leggera prevalenza di donne: al 31 dicembre 2020 sono il 50,2% del totale. La proporzione, tuttavia, è estremamente variabile in funzione della cittadinanza. Con riferimento alle collettività di una certa rilevanza numerica, essa è nettamente sbilanciata in favore delle donne per quelle originarie dei Paesi dell’Europa dell’Est, come Russia (donne 83,8%), Bielorussia (83,3%), Polonia (82,0%), Ucraina (75,2%) e Moldavia (68,5%), da cui la maggior parte delle donne arriva in Italia per svolgere lavori di supporto e cura alle famiglie. Al contrario quote prevalenti di uomini si rilevano tra i residenti ghanesi (91,7%), pakistani (90,6%), senegalesi (88,7%), bangladesi (85,7%), egiziani (85,3%) e tunisini (61,3%). Pressoché solo uomini sono i cittadini residenti del Gambia (97,2%) e del Mali (98,3%). Rapporti di genere più equilibrati si riscontrano per alcune collettività di più antico insediamento, come quelle marocchina, dove le donne rappresentano il 44,9% dei residenti, e albanese (50,3%). La collettività cinese, invece, prevalentemente strutturata in famiglie, presenta una perfetta parità tra i generi.

Le fasce di età

La popolazione straniera residente in Calabria è una popolazione giovane: alla fine del 2021 l’età media è di 34,8 anni, a fronte dei 45,5 anni della popolazione italiana. Di conseguenza, l’età media della popolazione complessiva è di 44,9 anni, a conferma di come la più giovane struttura per età della popolazione straniera rallenti il progressivo invecchiamento di quella autoctona. A fi ne 2021 per la popolazione straniera il numero di persone che raggiungono l’età da lavoro è superiore rispetto a quelle che stanno per uscirne; infatti, il contingente con un’età compresa tra 15 e 19 anni è pari al 4,8% del totale dei residenti, mentre la fascia 60-64 anni è pari al 4,0%. Situazione opposta accade per quella autoctona, dove sono più coloro che stanno per uscire dal mercato del lavoro (7,2%) rispetto a coloro che stanno per entrarvi (5,0%). Il tema dell’invecchiamento attivo è di attualità crescente in tutti i Paesi industrializzati e per l’Europa riveste una rilevanza centrale per il futuro del nostro modello sociale. Basti pensare che nel 2002 l’Indice di ricambio della popolazione attiva (Ir)1 in Calabria era pari al 74,9% mentre nel 2021 è salito al 140,0%, raddoppiando nell’arco di 20 anni; vi sono quindi circa 140 persone che escono dal mercato del lavoro ogni 100 che ne entrano. Purtroppo, la marcata trasformazione della struttura per età della popolazione ha comportato nel tempo un importante effetto sui rapporti intergenerazionali, determinando uno squilibrio tra il peso delle classi di età economicamente produttive più giovani e quelle che stanno per uscire dal mercato del lavoro.

Popolazione in decrescita in Calabria

Sulla base dello scenario di previsione “mediano”, dunque, l’Istat prevede una decrescita della popolazione residente in Calabria nel prossimo decennio: da 1.894.110 al 1° gennaio 2020 (punto base delle previsioni) passerà a 1.755.756 nel 2030 e l’Ir avrà un aumento pari a 14,5 punti percentuali (154,6%). Via via che le generazioni nate negli anni del baby boom tenderanno a estinguersi, questo squilibrio aumenterà verosimilmente sempre di più. Le previsioni sul futuro demografico in Calabria restituiscono un potenziale “quadro di crisi” che necessita l’adozione di più specifiche politiche socioeconomiche come strumenti di riequilibrio e di risposta strutturale ai cambiamenti demografici.

Le ripercussioni sulla scuola

Nei prossimi anni a causa del calo demografico si prevedono tempi difficili anche per il settore scolastico, con forti ripercussioni sulla formazione delle classi che porteranno verosimilmente al taglio di molte cattedre. In questi anni il fenomeno ha interessato i piccoli e medi centri urbani della regione, in cui si è assistito ad un’aggregazione di istituti scolastici che ha portato alla nascita degli Istituti comprensivi, ma ora lo stesso fenomeno si sta gradualmente estendendo anche ai grandi centri urbani. In Calabria sono anni che si registra un trend negativo della popolazione studentesca. Nell’anno scolastico 2010/2011 era pari a più di 300mila unità, mentre nell’anno scolastico 2020/2021 è scesa a meno di 280mila. Da sei anni anche gli alunni stranieri stanno facendo registrare un calo: sono passati da 12.580 nell’anno scolastico 2015/2016 a meno di 12mila nell’anno scolastico 2020/2021. Questi si ripartiscono tra i vari ordini di scuola come segue: 2.006 studenti stranieri nelle scuole dell’infanzia (con un’incidenza del 4,2% sul totale della popolazione studentesca e una quota del 65,5% di nati in Italia), 3.720 nella scuola primaria (4,6% e 52,6%), 2.387 nella scuola secondaria di I grado (4,5% e 40,4%) e 3.862 nella scuola secondaria di II grado (4,0% e 18,0%). Le provenienze degli studenti stranieri risultano estremamente variegate, ma al contempo i numeri più elevati coinvolgono un gruppo limitato di Paesi; il 66,9%, infatti, proviene da Romania (3.159), Marocco (2.965), India (663), Albania (646) e Ucraina (575).

L’immigrazione costante

Negli ultimi trent’anni l’immigrazione internazionale è diventata una costante dello sviluppo demografico italiano: oltre ai migranti economici e ai ricongiungimenti familiari, a partire dagli anni ‘90 molte persone sono entrate in Italia in cerca di asilo, spesso arrivando via mare. Nel sistema di accoglienza calabrese al 31 dicembre 2021 erano presenti più di 4mila persone, pari al 5,4% di tutte quelle accolte in Italia, con un calo di 333 unità rispetto al 2020. Al 30 giugno 2020, invece, si registrava la presenza di 3.888 migranti, distribuiti nel modo seguente: 1.253 nei Cas o in altri centri e 2.635 nella rete Sai. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, i cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in Calabria al 31 dicembre 2021 sono più di 45mila, di cui il 52,2% è costituito da uomini. Se consideriamo lo stato civile, emerge che il 61,7% è celibe o nubile, il 36,8% è coniugato, mentre i separati, i divorziati e i vedovi sono poco più dell’1%. In riferimento alla durata del permesso di soggiorno, invece, il 59,5% è titolare di un permesso di lungo periodo, mentre il restante 40,5% è in possesso di un permesso a termine. Tra questi, il 28,8% ha un titolo rilasciato per protezione, dato verosimilmente destinato a crescere a causa del confitto in Ucraina che ha tracciato un nuovo flusso di profughi, provocando il più grave esodo migratorio in Europa dalla Seconda guerra mondiale.

Inserimento occupazionale

Secondo i dati Rcf Istat, nel 2021 gli occupati in Calabria sono pari a 520.936 unità, di cui il contingente degli stranieri rappresenta il 6,6% del totale. In termini generali gli indicatori economici registrati nell’anno riportano un quadro di sostanziale miglioramento, che ha consentito però solo in parte di recuperare il calo del 2020. La ripresa ha riguardato soprattutto il lavoro dipendente e alcuni settori come il comparto turistico e le costruzioni, favorite dai bonus per l’edilizia; dal punto di vista della domanda di lavoro sono aumentate le assunzioni di qualifiche che richiedono un basso titolo di studio3 . Queste linee di tendenza si riflettono sulle opportunità di impiego per gli stranieri, il cui tasso di occupazione nel 2021 è del 41,8%. Coloro che sono occupati lavorano soprattutto nei servizi (50,1%), seguiti dall’agricoltura (36,3%, dato superiore a quello nazionale che si ferma al 7,3%) e dall’industria (13,7%), tra cui l’edilizia (10,0%). Nel 2021 il tasso di disoccupazione degli stranieri si attesta al 26,2% ed è il più alto tra le regioni italiane. Passando al lavoro autonomo, secondo i dati Unioncamere/Centro Studi G. Tagliacarne, in Calabria al 31 dicembre 2021 sono più di 15mila le imprese condotte da cittadini immigrati. Rispetto al 2020 sono aumentate del 2,4%, in misura più marcata di quelle italiane, che fanno registrare un incremento pari all’1,4%. Relativamente al paese di origine, il 40,6% degli imprenditori immigrati titolari di imprese individuali è nato in Marocco, il 7,0% in Germania, il 5,7% in Pakistan.

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