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sentenza Golgota

Droga, armi ed estorsioni, condanne pesanti per le cosche di Isola Capo Rizzuto

Il gup di Catanzaro ha comminato 47 condanne e 6 assoluzioni. La consorteria era capace di muovere decine di chili droga per tutta la Penisola

Pubblicato il: 28/10/2022 – 18:20
di Alessia Truzzolillo
Droga, armi ed estorsioni, condanne pesanti per le cosche di Isola Capo Rizzuto

CATANZARO Quarantasette condanne pensanti, molte a 20 anni di reclusione. L’impianto accusatorio dell’inchiesta “Golgota” – costola di altre due importanti indagini sulla criminalità organizzata a Isola Capo Rizzuto: “Jonny” e “Tisifone” – regge in pieno e la sentenza del gup Chiara Esposito è dura nei confronti degli imputati, accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi e munizioni nonché associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Al centro delle indagini, condotte dalla Polizia, gli esponenti della cosca di ‘ndrangheta Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto ma anche quelli della famiglia Mannolo, appartenenti al ceppo dei “pecorari” attivi, in particolare, nel territorio di San Leonardo di Cutro. L’inchiesta – coordinata dai sostituti procuratori della Dda di Catanzaro Domenico Guarascio e Paolo Sirleo – ha unito le risultanze investigative di due distinti filoni che poi, nel corso del tempo, si sono intrecciati consentendo di far luce su un ampio spaccato criminale del territorio della provincia crotonese.
La complessiva attività investigativa ha consentito, inoltre, di accertare l’operatività di diverse associazioni sul territorio crotonese dedite al traffico illecito di sostanze stupefacenti in grado di muovere decine di chili di droga per tutta la penisola nonché avere un vero e proprio spaccato di “storia criminale” della provincia degli ultimi anni corredata da alleanze, rivalità e cambi di strategie.

La cosca e le condanne

Promotore e organizzatore dell’organizzazione criminale è considerato Salvatore Arena, 41 anni, (13 anni e 4 mesi di reclusione) appartenente all’articolazione degli Arena ceppo dei Cicala, figlio di Carmine Arena e nipote dello storico Nicola Arena, classe ’37. L’indagato impartiva ai sodali le direttive strategiche e operative per il funzionamento del locale.
Martino Tarasi (10 anni di reclusione) è tra gli organizzatori del locale, alle dirette dipendenze di Arena, con il compito di sostenere la famiglia Salvatore Cappa, detenuto con l’operazione Aemilia, sia attraverso il pagamento delle spese legali che acquisendo immobili a Cutro appartenenti al detenuto e sottoposti a esecuzione immobiliare, al fine di assicurare a Cappa il rientro in possesso dei propri beni. Eè accusato di essere dedito anche alla detenzione di armi e al traffico di stupefacenti tra Isola e la provincia bergamasca.
Antonio Sestito (20 anni di reclusione) è considerato un organizzatore facente capo alle famiglie Arena e Gentile, uomo di fiducia di Tommaso Gentile con il quale imponeva slot machine ai locali pubblici isolitani. Sestito, secondo l’accusa, aveva un ruolo chiave nelle estorsioni da compiere sul territorio di Isola, compresa l’imposizione ai commercianti dei grossisti ai quali fare riferimento.
Giovanni Greco (13 anni e 4 mesi di reclusione) è considerato un uomo di fiducia di Antonio Sesito, partecipe dell’associazione facente capo alle famiglie Arena e Gentile. Si era sottoposto ai riti di affiliazione per l’ottenimento della terza dote prevista dal cursus honorum della ‘ndrangheta.
Giuseppe Timpa (16 anni, 4 mesi e 4000 euro di multa) è considerato anche lui uomo di fiducia di Sestito, è accusato di essere dedito alle estorsioni, al controllo delle slot machine, alla commissione di danneggiamenti.

La sentenza

Sono stati condannati Salvatore Arena, 13 anni e 4 mesi di reclusione; Carmine Astorino, 6 anni e 8 mesi di reclusione; Salvatore Cappa, 3 anni, 6 mesi e 20 giorni; Valerio Carpino, 3 anni e 4 mesi; Marco Cenerini, 4 anni e 8 mesi; Gerolamo Ferrini, 7 anni e 8 mesi; Caterina Gaetano, 3 anni, 6 mesi e 20 giorni; Giuseppe Geraldi, 10 anni e 8 mesi; Alessandro Giardino, 11 anni; Alfonsina Giardino, 4 anni, 8 mesi e 18mila euro di multa; Giovanni Greco, 13 anni e 4 mesi; Raffaele Gualtieri, 6 anni, 8 mesi e 28mila euro di multa; Mirko Iannone, 18 anni di reclusione; Danilo Loscavo, 2 anni, 4 mesi e 12mila euro di multa; Giuseppe Macchione, 5 anni, 5 mesi e 10 giorni di reclusione e 24mila euro di multa; Fiore Macrillò; 13 anni di reclusione; Francesco Macrillò, 16 anni; Giuseppe Mancuso, 4 anni, 8 mesi e 18mila euro di multa; Antonio Manfredi, 2 anni, 4 mesi e 14mila euro di multa; Fabio Mannolo, 10 anni e 10 mesi; Francesco Mannolo, 2 anni e 10mila euro di multa; Giuliano Mannolo; 20 anni di reclusione; Ivan Mannolo, 13 anni e mesi; Rocco Mannolo, 20 anni; Rocco Marchio, 9 anni e 4 mesi; Salvatore Martino, 4 anni, 8 mesi e 18mila euro di multa; Lucia Mirielli, 2 anni, 8 mesi e 12mila euro di multa; Angela Nicastro, un anno, 4 mesi e 8000 euro di multa; Antonio Nicoscia, 20 anni; Giacomo Pacenza, 4 anni, 8 mesi e 18mila euro di multa; Santo Claudio Papaleo, 20 anni; Leonardo Passalacqua, 16 anni e 8 mesi; Nicola Perri, 7 anni e 30mila euro di multa; Fabio Procopio, 12 anni e 8 mesi; Emanuel Ribecco, 4 anni e 18mila euro di multa; Domenico Riillo, 8 anni e 4 mesi; Francesco Riillo, 2 anni e 10mila euro di multa; Mirko Scarpino, 11 anni e 10 mesi; Ida Maria Scerbo, 4 anni e 17mila euro di multa; Antonio Sestito, 20 anni; Ivan Stramandinoli, 2 anni e 10mila euro di multa; Martino Tarasi, 10 anni; Giuseppe Timpa, 16 anni, 4 mesi e 4000 euro di multa; Antonio Vasapollo, 6 anni e 8 mesi; Santo Vittimberga, 13 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione; Marco Ignazio Zedda, 6 anni, 8 mesi e 28mila euro di multa.
Il gup Chiara Esposito ha assolto Nicola Arena; Laura Guarino; Maria Pia Macrì; Giuseppe Pullano; Natale Ribecco; Luca Vallone.
Il giudice ha ordinato il risarcimento per le parti civili: il Comune di Isola Capo Rizzuto, 80mila euro, e la Regione Calabria, 50mila euro. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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