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Traffico di fanghi da mezza Italia a Corigliano Rossano, la Dda di Catanzaro sequestra un’azienda

Inchiesta partita da una denuncia per odori molesti. Accumulate 18mila tonnellate di scarti. Giro d’affari da un milione di euro all’anno

Pubblicato il: 28/10/2022 – 15:55
Traffico di fanghi da mezza Italia a Corigliano Rossano, la Dda di Catanzaro sequestra un’azienda

CORIGLIANO ROSSANO I militari del Gruppo Carabinieri Forestale di Cosenza, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di applicazione di misura cautelare personale e reale, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catanzaro, nei confronti di due soggetti e un’azienda di produzione laterizi per il reato di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, riguardante in particolare il territorio di Corigliano-Rossano in provincia di Cosenza. Nei confronti della società, operante nella produzione di laterizi, con sede nell’area urbana di Corigliano-Rossano è stato eseguito il sequestro preventivo dell’intero compendio aziendale. Il provvedimento cautelare, è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.

Inchiesta partita da una denuncia per odori molesti

La complessa attività di indagine, trae origine da una denuncia per odori molesti e presunta illecita attività di gestione di rifiuti presentata presso i Carabinieri Forestali ed è stata svolta dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Cosenza, e si è avvalsa dell’attività tecnica d’intercettazione e videosorveglianza supportate da una minuziosa attività di riscontro documentale e dalle classiche attività di pedinamento.
Gli esiti di indagine, accolti nella ordinanza cautelare, hanno delineato la gravità indiziaria a proposito della commissione del delitto di “attività organizzata per il traffico di rifiuti”.

Il traffico illecito di rifiuti

In particolare, è emerso come i titolari della società, a fronte di un’autorizzazione che consentiva loro di trattare fanghi industriali per la produzione di laterizi, ponevano in essere un’attività di traffico illecito di rifiuti, smaltendo illecitamente ingenti quantitativi di fanghi industriali nei terreni circostanti lo stabilimento, realizzando di fatto, un’enorme discarica di rifiuti speciali rappresentati da fanghi di origine industriale provenienti da attività di depurazione. 

Sui terreni fanghi da otto regioni

Si è rilevato che, nell’ambito dell’attività della società, sono stati accumulati sui terreni di pertinenza dell’azienda 18.884 tonnellate di fanghi di origine industriale, provenienti da aziende con sede nelle regioni Campania, Valle d’Aosta, Basilicata, Calabria, Lazio, Emilia Romagna, Abruzzo e Puglia, sono stati scaricati 623 cassoni colmi di fanghi per un totale di 491 trasporti realizzando così un sito di deposito e illecito smaltimento. I fanghi in arrivo, anche privi delle caratteristiche chimico-fisiche imposte dalla normativa tecnica e di odore sgradevole, anziché essere trattati per ottenere dal materiale conferito la “Ecoargilla”, mescolavano direttamente il predetto materiale con altri fanghi precedentemente conferiti e con minimi quantitativi di argilla, per poi smaltirlo sui terreni a fondo naturale dell’azienda. L’ingente quantitativo di rifiuti smaltito ha determinato una modifica della morfologia creando importanti rialzi. Le attività investigative hanno permesso di stimare un incasso superiore al milione di euro annuo per il conferimento dei fanghi. Il procedimento per l’ipotesi di reato è attualmente nella fase delle indagini preliminari. Il procedimento per l’ipotesi di reato è attualmente nella fase delle indagini preliminari.

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