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«Un milione di euro per l’estate di Corigliano Rossano». Le carte finiscono alla Corte dei Conti

Duro attacco del dirigente di FdI, Caputo. «Determine destinate a trasformarsi in debiti fuori bilancio». Promenzio: «Le mense iniziano a novembre»

Pubblicato il: 29/10/2022 – 14:10
«Un milione di euro per l’estate di Corigliano Rossano». Le carte finiscono alla Corte dei Conti

CORIGLIANO ROSSANO Panem et circenses. L’estrema sintesi delle accuse lanciate da Fratelli d’Italia al sindaco di Corigliano Rossano per aver speso la spropositata cifra di un milione di euro per la stagione estiva potrebbe racchiudersi in quella locuzione latina. Strategie dell’antica Roma nell’adozione di politiche demagogiche e di chi vuole guadagnarsi il favore delle masse.
L’estate, riferiscono i ben informati, “costerà” al comune di Corigliano Rossano una variazione di bilancio o peggio, quella somma andrà a finire nei debiti fuori bilancio.
Tutto questo per un turismo di prossimità senza programmazione, senza una visione complessava che non prevede la destagionalizzazione.
Le accuse di Guglielmo Caputo, già vicesindaco e assessore di Rossano, sono circostanziate e finiranno in un esposto alla procura della Corte dei Conti.
«Per la programmazione estiva, la maggior parte della quale inutilmente concentrata attorno al solo Ferragosto – spiega Caputo – il sindaco Flavio Stasi e la sua giunta ci avevano convinti di spendere 286 mila euro, così come riporta una delibera di giugno. A fine estate, però, le carte svelano altro. E certificano che l’amministrazione comunale, con la compiacenza costante del super dirigente esterno Giovanni Soda, è arrivata a spendere, documenti alla mano, la cifra astronomica di 782.183 euro per la programmazione estiva».

«Oltre il 270% di quanto previsto e quattro volte in più dei due ex comuni – sottolinea l’ex amministratore, oggi dirigente locale di Fratelli d’Italia –. Ma c’è di più, perché mancherebbero dal computo dei costi sostenuti alcune determine di impegno, come avrebbe ammesso qualche funzionario ad un consigliere comunale, in sede di acquisizione degli atti relativi alla stagione estiva. Sindaco e super dirigente avrebbero autorizzato determine prive di copertura finanziaria destinate a trasformarsi in debiti fuori bilancio. Dovrebbero però far sapere con urgenza alla cittadinanza a quanto ammontano le altre determine, per ulteriori costi ma senza alcun impegno di spesa, che si configurerebbero come un illecito amministrativo perché l’impegno deve essere assunto prima della prestazione».
«Una somma, quest’ultima, che dalle lamentele dei fornitori si prospetta anch’essa esagerata e farebbe lievitare lo spreco complessivo dell’estate targata Stasi a poco meno di 1 milione di euro. Fatto gravissimo e che la dice lunga sul senso di responsabilità e sul metodo di trasparenza di questo esecutivo e dei suoi super dirigenti, col silenzio assenso della maggioranza consiliare».

«Un milione di euro sperperato in piena crisi»

Caputo entra infine nel giudizio sulla stagione estiva. «L’aspetto più grave di tutti, al di là della cifra faraonica in sé e che già da sola rappresenta uno schiaffo in faccia a quanti, famiglie ed imprese, stanno subendo le difficoltà di una crisi senza precedenti, è rappresentato dal fatto che quella spesa pazza che si spaccia per turistica non soltanto non ha prodotto neppure una settimana di destagionalizzazione, ma non misura (in assenza di dati certi) alcun incremento di presenze e di pernottamenti».

Promenzio: «Una montagna di soldi per l’estate ma le mense scolastiche iniziano a novembre»

Anche il consigliere comunale di opposizione, Gino Promenzio, entra nella querelle. «La cultura dell’apparenza ha trovato l’apice in quest’estate. Il 20 agosto è, però, finito tutto e siamo tornati nella stessa solitudine senza respiro e senza programmazione».
Il già candidato a sindaco sottolinea come quelle cifre non collimino con le necessità ed i bisogni della città. «Stasi spende 782 mila euro, al momento noti, ma le mense scolastiche iniziano a novembre e questa amministrazione comunale si permette il lusso di sprecare una montagna di risorse pubbliche per qualche concerto e qualche sagra». (lu.la.)

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