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La denuncia

Crisi idrica nel Crotonese, Bruni: «Agricoltori sull’orlo del fallimento. No all’acqua pubblica per altri scopi»

La leader dell’opposizione in Consiglio: «Per la mancanza di acqua in ginocchio un comparto che vale circa trenta milioni di euro»

Pubblicato il: 30/10/2022 – 10:19
Crisi idrica nel Crotonese, Bruni: «Agricoltori sull’orlo del fallimento. No all’acqua pubblica per altri scopi»

CROTONE «Sono molto preoccupata per quanto sta accadendo a Crotone dove gli agricoltori hanno messo in atto il blocco stradale della 106 per la grave carenza d’acqua che sta mettendo a serio rischio la coltivazione del finocchio Dop». Lo scrive Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio Regionale che aggiunge: «Dopo la stangata del caro energia, gli imprenditori agricoli puntavano proprio sulla coltivazione dei finocchi per rimettersi in sesto economicamente».
«Ed ora che hanno già comprato ed innestato le piantine – sottolinea Bruni – si ritrovano senz’acqua e non le possono annaffiare, così il raccolto rischia di andare in malora. Gli invasi di Arvo ed Ampollino sono secchi a causa dell’utilizzo dell’acqua per la produzione di energia. Ma perché si è arrivati a questo punto? Tutto è cominciato qualche anno fa quando è stato firmato un contratto d’uso delle risorse idriche con A2A che così può decidere come utilizzare l’acqua».
«Di fatto questo contratto – denuncia la leader dell’opposizione – ha privatizzato le risorse pubbliche essenziali sottovalutando gli interessi collettivi mettendo a rischio un’intera economia che qui, appunto, si basa essenzialmente sull’agricoltura e ha un indotto che vale tra i 15 e i 30 milioni di euro. Due anni fa, d’estate, mentre l’acqua scarseggiava per tutti, A2A scaricava nel Neto l’acqua che fluiva dalla centrale elettrica di Cotronei, mentre l’invaso di Calusia era vuoto per siccità».
«Non si può togliere acqua pubblica alla comunità locale – conclude Bruni – per dirottarla altrove, bisogna verificare e rimodulare questo contratto con A2A che in futuro rischia di diventare sempre più oneroso per tutta questa zona. Il consorzio di bonifica ha chiuso i rubinetti in un momento cruciale per il territorio crotonese e questo non è concepibile, non possiamo mandare in fumo un intero comparto produttivo di questa terra».

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