CATANZARO La palla torna in Calabria. Chiusa la partita dei sottosegretari, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane si ridefiniranno gli assetti alla Regione e nella maggioranza di centrodestra che governa alla Cittadella con Roberto Occhiuto e partiranno giochi a incastro e incroci che sicuramente non saranno indolori. Le trattative romane hanno registrato essenzialmente un dato: la conferma della scarsa incidenza della Calabria sullo scacchiere nazionale, visto che la nostra regione alla fine esprime due soli sottosegretari, la leader meloniana Wanda Ferro e la forzista Maria Tripodi, esterna al Parlamento. Sul piano politico, l’aspetto che agli analisti appare più significativo è il fatto che dai tavoli per la definizione della squadra della premier Giorgia Meloni Forza Italia Calabria sia uscita comunque indebolita, considerando lo stop alla nomina a sottosegretario del coordinatore regionale azzurro Giuseppe Mangialavori, nonostante il pressing a suon di comunicati partito da Arcore e dalla Calabria, uno stop che l’ok alla Tripodi non può sicuramente compensare. Si prevedono, da parte degli analisti, contraccolpi a livello nazionale in Forza Italia, mentre a livello regionale di contraccolpi potrebbero non essercene. Comunque, la leadership di Occhiuto rimane salda, e anche le vicende romane presentano un saldo tutto sommato positivo per il governatore, che resta al centro della scena come dicono due fatti: la Meloni ha già detto sì – con tanto di citazione del presidente della Regione dai banchi del Senato – al rigassificatore a Gioia Tauro che Occhiuto sta compulsivamente lanciando da mesi, e Matteo Salvini l’ha già convocato per lo start del (nuovo) progetto del Ponte sullo Stretto.
Per Occhiuto tuttavia, dopo la parentesi da protagonista a livello nazionale, a breve si apriranno i dossier “domestici”. Anzitutto, la questione della sostituzione dei due assessori – Tilde Minasi e Fausto Orsomarso – eletti parlamentari. Il ritocco dell’esecutivo potrebbe non essere immediato: alla fine la quadra potrebbe arrivare anche dopo la metà di novembre. Del resto, Occhiuto non starebbe manifestando particolare necessità di intervenire subito e anche i due assessori non sembrano avere tutta questa fretta di dimettersi, inoltre le procedure per la loro decadenza non sono nemmeno partite e comunque non sono destinate a completarsi in un amen. In più Occhiuto attenderebbe indicazioni anche dai leader di Fratelli d’Italia e della Lega. Anche qui, al momento bocce sostanzialmente ferme: le indiscrezioni più accreditate riferiscono che per subentrare a Orsomarso sarebbero in lizza l’attuale capogruppo di FdI a Palazzo Campanella Giuseppe Neri, il sindaco di Locri Giovanni Calabrese (che avrebbe la forte sponsorizzazione di Giovanni Donzelli) e il commissario provinciale del partito Angelo Brutto (sarebbe il nome gradito da Orsomarso, dicono i bene informati). Più difficoltà vengono registrate in casa Lega, sia perché ci sarebbe da trovare un profilo “rosa” che sia quello giusto (e non è facile) sia perché nel Carroccio calabrese le tensioni interne sarebbero ancora accesissime. Sotto il primo aspetto boatos di queste ore non escludono dalle “manovre” per un ingresso in Giunta la neo deputata Simona Loizzo, ma al momento sono appunto boatos. Quanto al secondo aspetto si tratta di vedere come si muoveranno figure di spicco come il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, che con i vertici territoriali dei salviniani è in rotta mentre ha stretto un asse di ferro con Occhiuto.
Ancora più rompicapo la situazione fronte Consiglio regionale. A Palazzo Campanella l’attività questa settimana sarà a scartamento ridotto, qualche Commissione è stata calendarizzata dopo il 7 novembre, e sempre dopo il 7 novembre potrebbe tenersi la seduta della Giunta per le elezioni che dovrebbe rapire l’iter per la decadenza degli eletti al Parlamento, che sono i due capigruppo – Loizzo (Lega), a cui subentrerebbe Pietro Molinaro, e Giovanni Arruzzolo (Forza Italia), a cui subentrerebbe Domenico Giannetta e lo stesso Orsomarso (Fratelli d’Italia), al quale subentrerebbe Sabrina Mannarino. Ma i tempi per le surroghe potrebbero non essere celeri, allungandosi anche oltre novembre. Questo non toglie che all’interno dei partiti e dei gruppi non ci siano già sussulti e movimenti: del resto, si tratta di rinnovare due capigruppo e l’operazione potrebbe rimettere in gioco anche qualche presidenza di commissione. Per il ruolo di nuovo capogruppo di Forza Italia il nome più accreditato resta quello di Michele Comito, presidente della terza Commissione sanità, ma in casa azzurra c’è da capire come incasellare lo stesso Giannetta, che alle Regionali ha avuto un messe di preferenze e questo è un dato che il suo peso ce l’ha. Quanto alla Lega, il più quotato a diventare capogruppo appare l’attuale presidente dell’Anti-‘ndrangheta Giuseppe Gelardi ma nel Carroccio nessuno, vista la “babele” interna, si azzarda a mettere la mano sul fuoco per qualsiasi soluzione. In linea generale a Palazzo Campanella si ballerà e anche tanto. (c. a.)
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