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La denuncia di una vittima di estorsione: «La ‘ndrangheta progettava un attentato a Gratteri e Davi»

Lettera recapitata alla sede milanese dell’agenzia del giornalista. Il suo legale: «Missiva a disposizione dell’autorità giudiziaria»

Pubblicato il: 02/11/2022 – 15:04
La denuncia di una vittima di estorsione: «La ‘ndrangheta progettava un attentato a Gratteri e Davi»

CATANZARO «Caro Klaus, le scrivo perché sono a conoscenza di un mancato attentato che riguarda il Procuratore di Catanzaro dottor Nicola Gratteri e anche la sua persona». È quanto si legge in una lettera recapitata oggi nella sede milanese dell’agenzia di comunicazione di impresa del giornalista italo-svizzero firmata da un uomo che nell’operazione Medoro condotta dalla Dda di Milano nel luglio scorso risulta vittima di un’estorsione ad opera di alcuni esponenti di spicco della cosca Mancuso operanti in Lombardia. La missiva, il cui testo è stato divulgato dal legale di Klaus Davi, Eugenio Minniti del Foro di Locri, è stata scritta a mano, è datata “Lecce 20-10-2022”, e reca impresso il timbro postale di Bari datato 21.10.22 ed è stata recapitata oggi. «L’autore della lettera – dice Minniti – è una figura importante nell’ambito dell’inchiesta Medoro risalente alla fine di luglio di quest’anno, in quanto ha denunciato una presunta estorsione operata da Luigi Aquilano, esponente, secondo l’accusa, della cosca di Limbadi. L’autore non aggiunge altri dettagli sui due fatti specifici definendoli testualmente “mancati attentati a Gratteri e Klaus Davi” ma si dice pronto di riferirne all’autorità giudiziaria. Si dilunga invece su presunte gravi scorrettezze operate dal suo ex legale, accusandolo di aver preso ordini dalla cosca dei De Stefano di Archi e aver in qualche modo ostacolato la sua difesa. Dichiara inoltre di essere a conoscenza di altri gravissimi episodi estorsivi perpetrati ai danni di un imprenditore di Milano per mano della cosca De Stefano. Pleonastico sottolineare – dichiara Minniti – che la missiva è a disposizione dell’autorità giudiziaria. Ma ci sono pochi dubbi sulla sua autenticità in quanto una congiunta dell’autore aveva riferito a Klaus Davi che di lì a breve gli sarebbe stata recapitata». (Agi)

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