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«La redistribuzione del fascismo»

Il fascismo, quello storico, ideologico, è un fenomeno di cui i più hanno conoscenza attraverso qualche documentario, filmetti, saggetti, romanzetti che sono dei bignami omeopatici. I viventi che …

Pubblicato il: 03/11/2022 – 8:01
«La redistribuzione del fascismo»

Il fascismo, quello storico, ideologico, è un fenomeno di cui i più hanno conoscenza attraverso qualche documentario, filmetti, saggetti, romanzetti che sono dei bignami omeopatici. I viventi che si dicono fascisti, spesso non lo sono nei termini storici, ideologici. I viventi che accusano altri di fascismo, spesso lo fanno in modo erroneo. Non ci sono in Italia macro fenomeni, elementi, di fascismo in quel senso. Fascismo è in realtà un termine convenzionale per indicare l’intolleranza, l’autoritarismo, l’insofferenza, la moralità che si trasforma in moralismo, la legalità che diventa legalismo. L’imperio dell’ipocrisia. E, in termini convenzionali, il fascismo dilaga in Italia, e in molti altri posti. Sta nella gente comune, nella maggior parte di essa. Sta in una porzione lata dell’informazione, della cultura. Attraversa tutta la politica. A seconda dell’argomento in questione: porzioni di società possono dirsi convenzionalmente fasciste, con posizioni che si rovesciano totalmente mutando questione. Sul tema dei diritti ci sono atteggiamenti c.fascisti e tratti c.antifascisti. Sui migranti. Sul lavoro. Sull’ambiente. Tanti campi in cui si gioca uno scambio delle parti. Poi si confluisce in un tetro fascismo convenzionale quando arriva la sicurezza, la giustizia, tutti, o quasi, felicemente e convenzionalmente fascisti: popolo e dirigenze. La Meloni, e i suoi, hanno preteso, giustamente, tolleranza con riguardo all’argomento padre, suo, chissà se loro la avranno, o l’hanno avuta, coi padri altrui. Intanto il calabrese Mangialavori non entra al governo per semplici voci. Ma pure quelli di Mangialavori usano pretendere garanzie per parte e non per tutto. E un po’ questo vezzo lo hanno tutti, partiti e gente. Ma tutti poi stanno felicemente insieme, spietati contro i mostri crocifissi dall’ostativo, che il male se lo meritano certo, pure se la loro cattiveria sia stata disegnata da istituzioni sulla cui totale bontà nessuno ci scommetterebbe nulla. Insieme, partiti e gente, in questo frangente storico, rappresentano una società convenzionalmente fascista, la peggiore società possibile, quella autoconclusiva, che è la società che non prevede il perdono e non conosce, quindi, la speranza.

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