COSENZA La Valle dell’Esaro è il vasto territorio all’interno del quale, la famiglia Presta si muove e fa affari. Droga ed estorsioni, ma non solo. Nell’elenco dei business su cui il gruppo operante nei centri di Tarsia, Roggiano Gravina, San Marco Argentano, San Lorenzo del Vallo e Acri figurerebbero anche gli appalti. La circostanza emerge in una informativa della squadra mobile, finita nell’inchiesta “Reset” coordinata dalla Dda di Catanzaro. «Tale gruppo, definibile agevolmente una ‘ndrina di ‘ndrangheta» sarebbe riuscita ad infiltrarsi nel tessuto socio economico della zona.
Chi indaga, avrebbe scoperto l’interesse manifestato dal gruppo criminale «nella gestione indiretta di gare d’appalto del Comune di Roggiano Gravina». In alcune conversazioni ambientali captate nel corso delle indagini «si era compreso che Giuseppe Presta, il quale risulta aver giocato nella squadra del Roggiano Gravina, era venuto a conoscenza che sarebbe stata stanziata la cifra di 710mila euro presso quel Comune per effettuare dei lavori di restauro allo stadio comunale». Un appalto danaroso, sul quale i fratelli Presta mettono gli occhi, «cercando una ditta loro compiacente allo scopo di far vincere loro la gara d’appalto». Il 24 febbraio 2017, nel corso di una conversazione ambientale registrata a bordo di una autovettura, «Giuseppe Presta aveva esortato lo zio Roberto ad informarsi sullo stanziamento della somma». Passa qualche giorno e il 4 marzo 2017, il pentito contatta il fratello Antonio «che aveva provveduto ad accordarsi con ditte amiche per poter vincere l’asta pubblica», facendo intuire che nessun’altra impresa avrebbe presentato un preventivo più alto. Due giorni dopo, viene registrata un’altra conversazione ambientale in cui Giuseppe Presta informa il padre Antonio e lo zio Roberto della presenza dei dirigenti della squadra del Roggiano Gravina in un ristorante del posto «insieme a persone del Comune di Roggiano Gravina». Nella riunione si sarebbe deciso di «inserire nelle spese di bilancio comunale, la ristrutturazione dello stadio».
I fratelli Presta, gravati da precedenti penali, non hanno possibilità di partecipare direttamente al bando. Dunque è necessario trovare una ditta a loro riconducibile, quest’ultima – come sottolineato da Giuseppe Presta – per vincere l’asta pubblica, avrebbe dovuto presentare «un’offerta più vantaggiosa di quelle presentate dalle altre ditte». In base alle normative vigenti, l’eventuale gara bandita dal Comune di Roggiano poteva essere effettuata con una procedura negoziata, previa pubblicazione del bando, chiedendo alle ditte interessate, la manifestazione di interesse a partecipare alla gara medesima che si sarebbe svolta con la presentazione di offerte economicamente più vantaggiose. Gli investigatori intercettati i propositi dei Presta, monitorano l’Albo Pretorio e attraverso una serie verifiche effettuate, riscontrano l’effettiva pubblicazione di una delibera di Giunta datata 18 ottobre 2016. Nella quale, il Comune di Roggiano Gravina disponeva «l’approvazione al progetto definitivo – esecutivo dei lavori di ristrutturazione e adeguamento dell’impianto sportivo comunale, viale Olimpico per un importo complessivo di € 716.301,74».
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