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La protesta del chirurgo Vincenzo Carrozza: «Il reintegro dei medici no vax negli ospedali è pericoloso. Mi dimetto»

La critica al provvedimento del governo Meloni e la decisione di non tornare in Italia dopo la missione in Kosovo: «Si umilia una categoria»

Pubblicato il: 04/11/2022 – 9:28
La protesta del chirurgo Vincenzo Carrozza: «Il reintegro dei medici no vax negli ospedali è pericoloso. Mi dimetto»

«Se tornano i no vax in ospedale io mi licenzio! La medicina è una cosa seria. Non una barzelletta». Non usa mezzi termini il dottor Vincenzo Carrozza, che con un post su Facebook ha prima annunciato le dimissioni e poi mantenuto la promessa inviando una lettera indirizzata al «signor Ministro della Sanità» e «collega Schillaci». La storia del chirurgo originario di Locri, ma che da anni vive a Chivasso prestando servizio presso l’ospedale “Annunziata” di Savigliano (in provincia di Cuneo) viene raccontata sulle pagine del Fatto Quotidiano. Carrozza, che in questo momento si trova in Kosovo, e nei mesi scorsi è stato anche in Ucraina, a dicembre dovrebbe tornare in Italia, ma «le ultime notizie sui provvedimenti che il governo Meloni sta assumendo sulla sanità rischiano di far saltare il suo programma». «Si concede il diritto a degli stregoni (i medici no vax) – ha scritto il chirurgo su Facebook – di ritornare a esercitare la loro mala medicina nelle corsie e nei reparti degli ospedali del Servizio sanitario nazionale. Si concede il diritto a dei potenziali untori di infettare pazienti ospitalizzati, dunque fragili per definizione. In qualità di medico chirurgo non posso accettare che la mia professione, e la salute di tantissimi pazienti, sia messa in mano a cinquemila potenziali untori. Per questo motivo non mi resta, come atto di protesta civile, che rassegnare le mie dimissioni».

«Si umilia una categoria»

«Questa è una cosa che deve uscire – dice Carrozza al Fatto Quotidiano – Non può essere che noi siamo stati ligi alle regole per i pazienti, per noi stessi e perché io credo nella scienza, come tutti i medici, e poi il governo dà un segnale per dire ‘fate quello che volete tanto poi la passate liscia’. Io non voglio che licenzino i miei colleghi, però che facciano in modo che non nuocciano. Certamente si tratta di medici che non sono scientifici e quello che hanno studiato evidentemente lo hanno dimenticato. Io so che se c’è un’epidemia si rischia la morte. L’unica cosa che può salvarci, e nel futuro ci saranno altre epidemie, sono i vaccini. Essendo spesso in missione, ho preso tre volte il Covid, ma grazie a Dio sono vaccinato. Se non lo fossi stato, sarei morto. Ho visto colleghi e pazienti non vaccinati che non ce l’hanno fatta. Non dimentico le immagini dei carri militari che portavano decine e decine di bare». Secondo Carrozza, attraverso il reintegro dei medici no-vax «si umilia una categoria e le si dice ‘tutto è possibile tanto poi tutto si può sanare’. Ma in alcuni settori questo non è vero».

«Il reintegro dei no vax scellerato e pericoloso»

«Ma tu come ministro che messaggio dai? E sei medico. Capisco se fossi stato un ingegnere o un architetto, ma come medico che messaggio dai ai cittadini?», afferma Carrozza rivolgendosi al ministro Orazio Schillaci. «È una cosa che io non riesco a concepire. Se io ho un paziente con una malattia, non gli posso dire di prendere il succo di frutta perché lo farà guarire. I ‘secondo me’ esistono dopo i “secondo quello che ho studiato’ e ‘secondo quello che dicono i protocolli’. Io devo andare sulle evidenze scientifiche altrimenti non sono più un medico, ma uno stregone. Il reintegro dei medici no-vax negli ospedali è scellerato ed è pericoloso». Carrozza racconta poi la decisione di non fare ritorno in Italia. «Da alcuni mesi – afferma – ho preso un periodo di aspettativa per rendermi utile qui e partecipare alle missioni di salvataggio dei soldati feriti. Avevo deciso di rientrare a dicembre, ma non lo farò assolutamente. La decisione di far ritornare in servizio i colleghi no-vax non mi va giù. Ho già scritto la lettera di dimissioni e l’ho mandata a mia moglie, che è d’accordo con me, con la preghiera di protocollarla in ospedale. Quando sarò lì andrò a spiegare le mie ragioni al direttore generale e al direttore sanitario. A meno che non ci siano ripensamenti da parte del ministro». «Penso che questa sia una cambiale politica che Meloni paga non solamente ai no-vax. La paga al mondo che le gira intorno», afferma il chirurgo.

«Meloni faccia una profonda riflessione su salute e libertà»

«Mi dispiace – prosegue Carrozza – perché, insomma, stiamo dando dei segnali negativi per la sanità pubblica che stiamo distruggendo ulteriormente. È un segnale che demotiva molti colleghi. Ho ricevuto privatamente dei messaggi di medici che mi confortano e dicono che ho ragione. Noi siamo stati in prima linea. Quando c’è stato il Covid io ho smesso di andare in missione per rientrare in ospedale e dare una mano. Ci siamo vaccinati facendo quello che dovevamo fare in ospedale. Fuori, invece, c’erano questi colleghi no-vax. Io sono amico con alcuni di loro, ma non ammetto che raccontino barzellette ai pazienti. Raccontare una non verità, una bugia al paziente, significa dargli indicazioni sbagliate sulla salute che lo possono portare alla morte. Il medico ha l’imperativo morale di fare il vaccino». «Io non penso che sia tornato il fascismo alla guida del Paese. – conclude Carrozza – ma credo che Meloni debba fare una profonda riflessione su alcuni provvedimenti sulla salute e sulle libertà. Sono due elementi fondanti di una nazione democratica. Se vogliamo definirci così, la salute e la libertà devono essere passati ai raggi x perché altrimenti abbiamo perso tutti. Non soltanto lei».

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