ROMA È partito da piazza della Repubblica e ha raggiunto Piazza San Giovanni il corteo della manifestazione per la pace a Roma. In apertura lo striscione Europe for Peace portato da Scout e da giovani della Comunità di Sant’Egidio a seguire i rappresentanti delle organizzazioni promotrici e rappresentanti delle istituzioni (sindaci, gonfaloni, presidenti regioni e province).
Il corteo si è snodato attraverso via Terme di Diocleziano, via Cavour, piazza Esquilino, via Merulana per poi arrivare, dopo avere attraversato via Manzoni, in piazza di Porta di San Giovanni.
Moltissime le bandiere arcobaleno e gli striscioni. Davanti alla basilica di Santa Maria degli Angeli ne è stato esposto uno con la parola “Pace” declinata dieci lingue. Il corteo Europe for Peace raggiungerà piazza San Giovanni.
Tra i leader politici, in piazza il presidente del M5s Giuseppe Conte, che manda un avvertimento al governo: «A Crosetto dico che visto che è stata votata una risoluzione in Parlamento, non si azzardi a decidere un nuovo invio armi senza un confronto in Parlamento».
Sul tema interviene anche il segretario del Pd Enrico Letta: «Sul nuovo decreto per l’invio delle armi all’Ucraina “quando il governo presenterà una proposta la vaglieremo. Abbiamo sempre detto che lavoreremo in continuità con quello chi si è fatto e in linea con le alleanze europee e internazionali di cui facciamo parte. Siamo a nostro agio in una piazza che chiede pace – aggiunge Letta – e per noi pace vuol dire la fine dell’invasione russa. Questo è il punto centrale, la fine dell’invasione della Russia».
Alla manifestazione romana anche l’esponente di Italia Viva Roberto Giachetti: «Non lascio la pace in mano a Conte e ai “pacifisti” equidistanti. Due settimane fa sono andato a portare solidarietà all’ ambasciata ucraina, poi sono andato alla manifestazione a favore dell’Ucraina sotto ambasciata russa e per questo oggi sono alla manifestazione avendo così chiarito che per me c’è un invasore, la Russia e delle vittime, gli ucraini. E che non c’è pace senza il ritiro dei russi».
«Liberi insieme dalla guerra! Caro amico, sono contento che ti metti in marcia per la pace, qualsiasi sia la tua età e la condizione permettimi di dare del tu». Così inizia la lettera scritta dal presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi letta a piazza San Giovanni durante la manifestazione per la pace. «Ti do del tu perché da fratelli siamo spaventati da un mondo violento e guerriero e per questo non possiamo rimanere fermi. Quanti muoiono drammaticamente a causa della guerra. I morti non sono statistiche ma persone. Non c’è tempo da perdere perché tempo significa altre morti», ha detto. «Noi vogliamo dire che pace è indispensabile, perché è come l’aria e in questi mesi ne manca tanta. Le morti sono già troppe per non capire e se continua non sarà sempre peggio? Chi lotta per la pace è un realista, anzi un vero realista, perché sa che non c’è futuro se non insieme», ha proseguito e ha concluso affermando: «Papa Francesco con grande insistenza ha chiesto di fermare la guerra, noi chiediamo al presidente della federazione russa di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza. E chiediamo al presidente dell’Ucraina che sia aperto a serie proposte di pace».
Una pace, due piazze. Perchè a Milano, nella manifestazione convocata dal leader del Terzo Polo Carlo Calenda, si riuniranno i non equidistanti, quelli che non vogliono la fine del conflitto ad ogni costo e che, ci tengono a sottolineare, non coniugano la pace con la resa dell’Ucraina. A Roma invece il mondo del pacifismo avrà meno distinguo e più voci. L’associazionismo laico e cattolico, Acli e Arci, i sindacati, la Rete per il Disarmo, con le adesioni di Pd, M5s e l’Alleanza Verdi Sinistra Italia, sfileranno in corteo nella capitale per chiedere un «cessate il fuoco immediato» e un negoziato internazionale: sono attesi in 50mila, ma gli organizzatori sperano 100mila.
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