REGGIO CALABRIA Nuovo annullamento da parte della Cassazione nel processo “All Inside”. La Suprema Corte ha azzerato la sentenza a carico di alcuni degli imputati del processo scaturito dall’inchiesta della Dda di Reggio Calabria contro il clan Pesce. È il secondo annullamento da parte della Cassazione, visto che già con la precedente pronuncia i togati avevano definito il principale e corposo procedimento celebrato nei confronti della cosca. Una decisione che per taluni imputati aveva comportato l’annullamento con rinvio della sentenza di condanna nella parte in cui per costoro erano stati disposti consistenti aumenti di pena per effetto del riconoscimento dell’aggravante della recidiva, in assenza della necessaria motivazione.
L’odierna sentenza, accogliendo i rilievi difensivi, ha nuovamente ravvisato, sul punto, un deficit motivazionale da parte della Corte d’Appello di Reggio Calabria, che in sede di rinvio per taluni imputati aveva confermato la sussistenza dell’aggravante, e che a seguito del nuovo annullamento dovrà procedere ad un nuovo pronunciamento.
Le posizioni che dovranno essere riesaminate sono quelle di Francesco D’Agostino, Giuseppe Filardo, Domenico Fortugno, Domenico Leotta e Rocco Rao, tutti prossimi all’espiazione della pena ove venisse esclusa la sussistenza dell’aggravante.
Per Fortugno Domenico la Suprema Corte ha anche provveduto a rideterminare la pena principale in anni 12, mentre per Mazzeo Giuseppe è stato pronunciato annullamento senza rinvio della condanna per il reato di intestazione fittizia perché estinto per prescrizione.
Il Collegio difensivo è stato rappresentato dagli avvocati Francesco Lojacono, Michele Novella, Fausto Bruzzese, Mario Santambrogio, Nicola Rao e Patrizio Cuppari.
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