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Il Cara di Crotone al collasso. «Oltre 1.100 migranti, quasi il doppio della capienza massima»

Le tende per far fronte all’emergenza e i tanti minori non accompagnati nel campo. Il racconto del direttore del Centro Ignazio Mangione

Pubblicato il: 08/11/2022 – 15:22
Il Cara di Crotone al collasso. «Oltre 1.100 migranti, quasi il doppio della capienza massima»

CROTONE Sono oltre 1.100, il doppio rispetto alla capienza massima di 640 posti, i migranti ospitati al momento nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, a pochi chilometri da Crotone, diventato nel tempo una sorta di piccolo comune multietnico. La situazione è leggermente migliorata rispetto a qualche giorno addietro, quando i migranti accolti al Cara avevano toccato quota 1.500, conseguenza degli sbarchi a ripetizione avvenuti lungo le coste calabresi, ma anche dei trasferimenti da Lampedusa.
Per fare fronte all’emergenza la Prefettura di Crotone ha dovuto chiedere l’invio di tende per poter dare un tetto provvisorio a tutti i migranti. Appello accolto dalla Protezione civile regionale che ha allestito il campo installando cento tende per una capeinza complessiva di 600 posti. «Attualmente – spiega all’Agi Ignazio Mangione, direttore del Centro di accoglienza gestito dalla Croce rossa italiana – nella tendopoli sono alloggiate 350 persone, si tratta di uomini adulti singoli, mentre le donne e i minori non accompagnati sono sistemati nelle casette».

L’emergenza dei minori non accompagnati

Quella dei minori non accompagnati ospitati nella struttura è un’altra emergenza che complica il lavoro dei volontari della Croce rossa e del personale della Prefettura addetto all’identificazione degli ospiti. I minori non accompagnati, infatti, secondo la normativa italiana non potrebbero rimanere nei centri di accoglienza dove vengono trasferiti appena sbarcati ma devono essere accolti in strutture specializzate come quelle realizzate con i progetti Fami e Sai che fanno parte della rete predisposta dal ministero dell’Interno. E che invece, a causa dell’elevato numero di approdi che si è registrata nelle ultime settimane sulle coste calabresi e dell’impossibilità di reperire ulteriori posti nelle strutture dedicate ai minori, rimangono a lungo nel Cara. Dei minori, secondo le direttive ministeriali, si devono fare carico i Comuni nei quali è avvenuto lo sbarco, i quali organizzano, di concerto con Prefettura e Servizio centrale del ministero dell’Interno, il loro trasferimento verso le idonee strutture dove i ragazzi ricevono assistenza di ogni tipo e vengono iscritti a scuola. Il Comune di Crotone, nelle ultime settimane, ha già avuto assegnati 250 minori non accompagnati che, attraverso l’assessorato ai Servizi sociali, sono stati collocati nelle varie strutture della rete presente sul territorio e che al momento non hanno più posti disponibili ad accogliere altri ragazzi. «Ad oggi il Centro di Sant’Anna ne accoglie 180, tutti ragazzi tra i 14 e i 17 anni, un numero elevatissimo» spiega Mangione, aggiungendo che a causa del numero di ospiti ben oltre la capienza massima «non si registrano situazioni di tensione, di ordine pubblico o altre particolari criticità. Certo l’attività nella struttura è febbrile, il nostro carico di lavoro è molto aumentato, bisogna sottoporre tutti i migranti a visita medica, medicare i feriti e curare le persone affette da patologie, fornire loro tutte le informazioni sulle pratiche da effettuare, come richiedere asilo e ottenere i permessi di soggiorno».
In proposito il direttore del Cara rivela che negli ultimi giorni 250 migranti hanno ricevuto un decreto di espulsione, «in gran parte si tratta di siriani che non hanno inteso presentare richiesta di asilo preferendo lasciare il Centro di accoglienza per potersi ricongiungere con le proprie famiglie che vivono per lo più in Germania». Gli ospiti, in prevalenza, sono di nazionalità egiziana o provenienti da Paesi dell’Africa subsahariana. «Ho avuto notizia degli sbarchi avvenuti nelle ultime ore in Calabria – conclude Mangone – ma non ci hanno comunicato ulteriori arrivi al Cara, anche perché la nostra capacità di accoglienza, al momento, è giunta a saturazione».

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