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«Sanatoria per il gioco d’azzardo»: le opposizioni sempre sul piede di guerra contro la legge del centrodestra

In prima Commissione le minoranze ribadiscono la contrarietà alla Pdl che di fatto elimina i limiti posti dal testo del 2018. Trattazione rinviata

Pubblicato il: 08/11/2022 – 15:52
«Sanatoria per il gioco d’azzardo»: le opposizioni sempre sul piede di guerra contro la legge del centrodestra

REGGIO CALABRIA Opposizioni sempre sul piede di guerra contro la proposta di modifica della legge regionale anti-ludopatia presentata dalla maggioranza in Consiglio regionale. In sede di discussione in prima Commissione di Palazzo Campanella, gli esponenti delle minoranze hanno nuovamente alzato le barricate contro il testo, che – a loro dire – sostanzia una vera e propria “sanatoria” perché allargherebbe a dismisura le maglie delle limitazioni al gioco d’azzardo nelle sale da gioco, nelle sale scommesse, nei bar, rivendite di genere, in altri esercizi commerciali e nei circoli e nei locali pubblici o o aperti al pubblico. Alla fine – per come si evince dal resoconto di seduta – la trattazione della proposta di legge regionale è stata  rinviata: poi si vedrà, intanto resta il fronte polemico.

Il testo in discussione

La proposta di legge in questione, presentata dai capigruppo del centrodestra Arruzzolo, Neri, Loizzo, Crinò, De Nisi e Graziano, modificando il testo risalente al 2018 ( e già un’atra volta emendato in senso meno restrittivo) prevede di fatto l’eliminazione delle fase orarie originariamente stabilite consentite per il gioco (in pratica si elimina il limite «non superiore alle otto ore giornaliere» e la «chiusura non oltre le ore 22»), delegando ai sindaci la fissazione di eventuali fasce orarie con ordinanze ad hoc. Inoltre – è un’altra delle critiche delle opposizioni –  la nuova formulazione abolirebbe  la distanza di 500 metri dai punti sensibili (come scuole, chiese e ospedali). La Pdl, già approdata in Commissione anti-‘ndrangheta del Consiglio regionale che l’ha licenziata con parere favorevole espresso a maggioranza, oggi ha occupato i lavori della prima Commissione, che – si può leggere dal resoconto di seduta – ha anche proceduto all’audizione di alcune associazioni.

Il dibattito in prima Commissione

Sul piano politico riemerge la contrarietà degli esponenti delle opposizioni. Antonio Lo Schiavo (DeMa) afferma che «la norma ha  una valenza simbolica e politica e contiene un messaggio che è sbagliato. La Calabria è una regione povera e alla povertà e si aggiunge una piaga ulteriore che è quella del gioco. Allargare le maglie rappresenta un errore. Seppure esistano rischi ulteriore quali il gioco on line i presupposti della proposta in discussione non sono giustificati». A sua volta Amalia Bruni (Misto) sostiene che «seppur esistano, nel settore, posti di lavoro da tutelare, bisogna ricordarsi di quelli che vanno perduti a causa del gioco. Ogni calabrese, ogni anno, destina circa 1.200,00 euro al gioco che, per una regione povera qual è la Calabria, rappresentano una cifra considerevole. Mettere dei correttivi è opportuno». Per la maggioranza parla Giuseppe Graziano (Udc), che sottolinea l’importanza delle audizioni delle associazioni e – riporta ancora il resoconto di seduta – «rassicura i presenti che eventuali proposte emendative, scaturenti dall’odierna seduta, saranno attentamente vagliati». (redazione@corrierecal.it)

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