Si parli di autonomia differenziata solo dopo aver risolto tre questioni imprescindibili, attraverso il coinvolgimento delle forze parlamentari:
1) il calcolo ed il finanziamento dei Lep,
2) il superamento della Spesa Storica,
3) ridefinire il fondo perequativo.
Su questi temi, con spirito civico e di servizio al Paese, L’Italia del Meridione continuerà la battaglia politica, riscoprendo il valore della partecipazione e fondando ogni possibile alleanza sulla condivisione di queste battaglie, a difesa di un’unità nazionale vera.
I partiti centralisti escludono per definizione forme di secessione politica, le quali si tradurrebbero in secessione economica, lasciando apparentemente intatto l’assetto democratico ed istituzionale. Tuttavia, di fatto, sono stati finora sovvertiti e violati principi fondanti della nostra Costituzione, aumentando le diseguaglianze tra cittadini con inique politiche di distribuzione di risorse destinate allo sviluppo dei territori.
L’elemento imprescindibile, quindi, era e rimane il superamento dei divari e dei ritardi infrastrutturali persistenti nel Paese. Una questione che va oltre demagogiche appartenenze. D’altronde, chiedere più treni al Sud e ad alta velocità non è di destra o di sinistra, è semplicemente giusto, reclamare più spesa sociale al sud dove è 5 volte più bassa della media nazionale non è di destra o di sinistra ma è giusto, così come bloccare l’emorragia di giovani che lasciano il Sud per il Nord non è di destra o di sinistra ma è giusto.
Oggi la madre di tutte le battaglie è quella di colmare le distanze tra i territori più ricchi e quelli più poveri.
Bisogna, dunque, andare oltre lo schema ideologico, riequilibrando il rapporto popolazione-spesa pubblica che determina i livelli essenziali delle prestazioni e di assistenza. Ristabilite equità e perequazione potremo parlare di Autonomia. Il Meridione non si tira indietro ma non sta più a guardare e a subire!
*Italia del meridione
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