ROMA L’Italia è il paese europeo con il più alto numero di Neet, giovani dai 15 ai 34 anni che non lavorano, né studiano: nel 2020 sono più di 3 milioni, con una prevalenza femminile di 1,7 milioni. L’incidenza dei Neet raddoppia nel Sud rispetto al Nord, è maggiore tra le donne, nelle due fasce d’età più adulta, 25-29 anni (30,7%) e 30-34 anni (30,4%), più si cresce con l’età, più aumenta la loro quota. Ai primi posti si confermano tutte le regioni del Sud, con quote molto alte anche per la Calabria (39,9%) mentre l’incidenza più alta si registra nella provincia di Crotone, dove più della metà delle e dei giovani residenti dai 15 ai 34 anni (il 51,4%) è nella condizione di Neet, seguita da quella di Reggio Calabria (47%). Un quadro preoccupante caratterizzato da disuguaglianze territoriali, di genere e di cittadinanza che ActionAid e Cgil hanno analizzato nel Rapporto “Neet tra disuguaglianze e divari. Alla ricerca di nuove politiche pubbliche”, presentato a Roma insieme alle raccomandazioni verso il nuovo Governo e Parlamento per indirizzare le politiche nazionali e territoriali per i giovani, a partire anche dalle lezioni apprese dai principali programmi di intervento, tra cui Garanzia Giovani. All’evento hanno preso parte il Comitato Scientifico del Report composto da Chiara Saraceno, Sociologa e Honorary fellow al Collegio Carlo Alberto, Giustina Orientale Caputo, Professoressa dell’Università Federico II di Napoli, Alessandro Rosina, Professore dell’Università Cattolica di Milano e Cristina Tajani, Presidente e ad Anpal Servizi Spa, Marco De Giorgi, Capo Dipartimento Politiche Giovanili e Raffaele Tangorra, Commissario Straordinario Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro – Anap.
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