COSENZA «Assolto perché il fatto non sussiste. Una sentenza netta che cancella ogni ombra sulla mia condotta alla guida della Regione. Un procedimento che non avrebbe mai dovuto iniziare. Stavamo facendo un buon lavoro, guidati dalla bussola della legalità e della trasparenza, come i calabresi si aspettavano che facessimo. La Calabria aveva cominciato ad alzare la testa e smesso di essere ultima in tutto. Eravamo forti e soprattutto liberi perché autonomi». L’ex governatore Mario Oliverio gioisce per l’assoluzione nel caso Spoleto e lega la fine della vicenda giudiziaria al percorso politico interrotto alla guida della giunta regionale. Oliverio non venne ricandidato dal proprio partito alle successive elezioni regionali vinte da Jole Santelli. Oggi, sui social, scrive che «anche se il tempo è galantuomo e la Giustizia prima o poi arriva, sono stati prodotti enormi danni, ferite profonde, mortificata la reputazione. È stato fermato un progetto che stava restituendo dignità e una prospettiva alla nostra terra. Amarezza e sofferenza frutto di malagiustizia rese ancor più laceranti dalla ferocia del sistema mediatico. Giorni, anni per me e per i miei cari che nessuno potrà mai risarcire».
«Chi pagherà per tutto questo?», si chiede Oliverio, che poi esprime «profonda gratitudine al mio amico ed avvocato Enzo Belvedere per l’affermazione della verità e di quella Giustizia in cui non ha mai smesso di credere. Sono migliaia le testimonianze di stima e di solidarietà che mi stanno arrivando da tutta la Calabria e non solo. A tutti voglio dire di non mollare, di non permettere che l’entusiasmo lasci posto alla rassegnazione. C’è ancora spazio per la lealtà e la visione. Dobbiamo fare ancora tanto con la forza e la determinazione di sempre. Liberi da subalternità».
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