«Pino Masciari venne definito “il principale testimone di giustizia italiano” da Pier Luigi Vigna, quello stesso magistrato che ha speso la sua vita nelle indagini, dal terrorismo all’anonima sarda agli affari della ‘ndrangheta e di Cosa nostra nel nord Italia. Pino Masciari è uno di quei calabresi che non ha inteso piegarsi ai ricatti della malavita, alle richieste di assunzioni pilotate, di tangenti e di regalie, denunciando e denunciando e che con la sua testimonianza ha determinato il disvelamento della collusione tra mafia e politica. Pagando, insieme alla sua famiglia, un prezzo altissimo e vivendo da oltre 22 anni sotto protezione. Ieri la Prefettura di Torino ha notificato all’imprenditore calabrese il diniego alla richiesta di accesso agli atti succeduto alla decisione del ministero di revocargli la scorta. Solo chi non vuole conoscere e comprendere quali sono i metodi mafiosi può pensare che Masciari non corra più alcun rischio, solo chi non intende credere nella pervicacia della ‘ndrangheta può pensare che questa dimentichi, solo chi nega gli interessi che la malavita intende proteggere può credere che chi ha contribuito con le sue parole allo scardinamento del sistema possa farla franca. Se la ‘ndrangheta non dimentica, stessa cosa dovrebbe fare lo stato».
*Segretario generale Cgil Cosenza
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